“I Medici hanno affrontato la pandemia da Sars-CoV-2 con abnegazione e impegno anche in condizioni di scarsa disponibilità di dispositivi di protezione personali, tanto è vero che è stato alto il contributo in termini di ammalati e, anche, di vittime da Covid-19. Non sarebbe deontologicamente corretto e né rispettoso delle vittime da Covid-19, in particolare in questo momento storico, che da parte anche solo di pochi medici provenissero voci contrarie alla vaccinazione, non sostenute da alcuna evidenza e basate solo su notizie non verificate o, peggio ancora, artatamente interpretate”.
È quanto sui legge in un
documento redatto dalla commissione Vaccini dell’Ordine dei medici di Bologna e condiviso da varie personalità della sanità bolognese.
Un documento, come ha spiegato a
Quotidiano Sanità il presidente dell’ordine bolognese
Luigi Bagnoli, che ha avuto in primis l’obiettivo di rassicurare la popolazione sulla bontà della vaccinazione anti Covid spazzando il campo da cattive interpretazioni. Ma soprattutto quello di far ascoltare la voce di quanti “lavorano sul campo” e non solo di quanti appaiono sui media.
“Abbiamo oggi a disposizione i primi vaccini che consentono motivatamente e finalmente di guardare al futuro con maggiore speranza – si legge infatti nel documento – il profilo di efficacia e sicurezza risulta sovrapponibile a quello della maggior parte dei vaccini oggi in uso, che, è bene ricordare, rientrano tra i farmaci più studiati, controllati e con profilo di sicurezza maggiormente seguito nel tempo. Se non vi sono controindicazioni individuali, che risultano ad oggi essere veramente rare, la vaccinazione deve essere effettuata”.
Ma il documento, ha spiegato Bagnoli è anche un monito per quei medici, pochi, che pubblicamente comunicano messaggi non in linea con quanto afferma la scienza. “I medici devono attenersi ad un approccio scientifico, che è quello della comunità scientifica, – ha aggiunto – se esci da questo ambito devi averne la consapevolezza e assumerti le responsabilità. I ‘si dice’ non sono accettabili. Quindi se qualcuno afferma cose diverse dalla scienza deve supportarle con prove, se no non le può dire. In questo momento non c’è un’intenzione di aprire procedimenti verso i medici. Il nostro è un monito. Ma certo non possiamo ignorare da un punto di vista ordinistico quanti lanciano messaggi alla popolazioni in particolare in televisione, in contraddizione con le posizioni scientifiche. In questi casi credo che qualcosa si debba dire”.
A sostegno del documento sono scesi in campo il professor
Luigi Viale, primario di Malattie Infettive all’ospedale Sant’Orsola, che nel corso di una conferenza stampa aveva sottolineato l’importanza dell’impegno dei medici di “diventare la cassa di risonanza a supporto della validità del vaccino”. Al documento hanno anche aderito
Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di Sanità pubblica Ausl, e altri medici e docenti tra cui Tiziana Lazzarotto,
Luciano Attard, Carlo Descovich, Vittorio Lodi, Maria Carla Re, Fabio Piscaglia.
Ester Maragò