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QS Edizioni - mercoledì 27 novembre 2024

Regioni e Asl

Numero chiuso a Medicina. La Sicilia chiede di abolirlo. Ora la proposta andrà all’esame del Parlamento nazionale

immagine 3 febbraio - Primo firmatario dello “Schema di progetto di legge da proporre al Parlamento” è Salvatore Lentini (Popolari ed Autonomisti - Idea Sicilia), che esprime soddisfazione “per l’ampio consenso” al testo da parte dell’Assemblea regionale siciliana. Per Lentini, la crisi legata al Covid ha mostrato “gli effetti negativi di oltre 20 anni di restrizioni all’accesso ai corsi di laurea dell’area sanitaria”. L’auspicio è che ora “il Parlamento nazionale voglia raccogliere questo segnale” superando “un meccanismo distorsivo, che penalizza particolarmente le famiglie che non possono sostenere i loro figli”. IL TESTO
Si prepara ad approdare in Parlamento una proposta di legge per l’abolizione del numero chiuso nelle Facoltà di Medicina e negli altri corsi per le professioni sanitarie. Si tratta di un Ddl di iniziativa di un Consiglio regionale e, in particolare, dell’Assemblea regionale siciliana, che negli scorsi giorni ha approvato, senza modificazioni, lo "Schema di progetto di legge da proporre al Parlamento della Repubblica ai sensi dell'articolo 18 dello Statuto della Regione, recante Abolizione del 'numero chiuso' per l'accesso ai corsi universitari. Abrogazione della legge 2 agosto 1999, n.264" presentato da Salvatore Lentini, Presidente Gruppo Popolari ed Autonomisti - Idea Sicilia.
 
“Sono soddisfatto per l’ampio consenso con cui l’aula ha approvato la mia proposta legislativa per l’abrogazione del ‘numero chiuso’ per l’ammissione agli studi universitari”, ha commentato in una nota il consigliere.

“La crisi legata alla pandemia in corso - ha spiegato Lentini, motivando così le ragioni che l’hanno spinto ad avviare una iniziativa da proporre al Parlamento nazionale - ha mostrato gli effetti negativi di oltre 20 anni di restrizioni all’accesso ai corsi di laurea dell’area sanitaria, con una carenza rispetto al turn-over dei pensionamenti che, nel caso dei medici, raggiunge ormai decine di migliaia di unità all’anno. Una carenza ancora più grave - continua il deputato palermitano - per una regione come la Sicilia che già vede tantissimi giovani allontanarsi verso altri paesi e dove la carenza di risorse (dovuta anche alla carenza di risorse per la maggiore compartecipazione alla spesa sanitaria imposta rispetto ad altre Regioni) ha ridotto ancor di più lo spazio per le borse di specializzazione dei medici e per il finanziamento del diritto allo studio in genere”.

L’auspicio di Lentini è che “il Parlamento nazionale voglia raccogliere questo segnale, che si unisce ad iniziative analoghe promosse in altre Regioni, superando definitivamente un meccanismo distorsivo, che penalizza particolarmente quelle famiglie che non possono sostenere i loro figli in percorsi alternativi o l’onere dei costosi ricorsi per l’ammissione. Abolire il numero chiuso è un atto di giustizia e lungimiranza, che da risposta a migliaia di giovani vorrebbero e potrebbero contribuire con la loro intelligenza e col loro entusiasmo a rispondere al ‘bisogno di salute’ di oggi e di domani”.

Entrando nel dettaglio del Ddl 766/A, approvato dall’Ars lo scorso 26 gennaio, esso prevede l’abrogazione degli articoli 1, 2, 3, 4 e 5 della legge 2 agosto 1999, n. 264 (fatte le posizioni degli studenti regolarmente iscritti alla data di entrata in vigore della presente legge secondo le disposizioni previgenti, anche in forza di ordinanze adottate dai competenti organi della giurisdizione amministrativa”.

In particolare, dunque, in base ai commi abrogati, il Ddl punta all'abolizione del numero chiuso per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, in Veterinaria, in Odontoiatria e protesi dentaria, in Architettura, nonché ai corsi di Specialistica medica e ai corsi di diploma universitario per la formazione del personale sanitario infermieristico, tecnico e della riabilitazione. Ma anche per  corsi di laurea in Scienze della formazione primaria e alle scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario. In considerazione dell'abrogazione del comma 2 verrebbe abolito anche l’ingresso programmato al corso di laurea in scienze internazionali e diplomatiche dell'università di Trieste con sede in Gorizia, che era stato introdotto "in ragione dei particolari compiti di collaborazione transfrontaliera e internazionale adempiuti da tale corso".
3 febbraio 2021
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