Grazie ai test sierologici rapidi la Toscana sta facendo emergere i casi di Covid-19 asintomatici: 50 positivi ogni 100 mila controlli, lo 0,5 per cento. I test, a carico della Regione e riservati alla categorie più esposte non servono dunque solo a meglio definire il quadro epidemiologico dell’emergenza sanitaria in atto, ma a tracciare anche un sommerso che altrimenti non emergerebbe e dunque a ridurre i rischi di contagio. Per questo la Regione ha deciso di ampliare ulteriormente la platea dei destinatari.
I risultati, dopo le prime settimane di screening, e i numeri li comunica lo stesso presidente della Regione
Enrico Rossi, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta oggi. La prima da settimane con i giornalisti in parte fisicamente di nuovo presenti ed altri ancora collegati via web.
“Sono già stati fatto 100 mila test nella sanità pubblica - racconta - ed altri 40 mila attraverso i laboratori privati. Entro fine giugno arriveremo a oltre 400 mila. Gli esiti ci dicono che ogni 10 mila effettuati, trecento risultano positivi, il 3 per cento, ma di questi solo cinquanta, lo 0,5 per cento, risultano affetti da Covid dopo essere stati sottoposti a tampone”. Con uno screening di massa, se le percentuali fossero confermate, vorrebbe dire che si potrebbero trovare in tutta la popolazione toscana qualcosa come almeno 15 mila positivi al momento asintomatici. I test restano volontari, anche quelli a carico della Regione.
“Abbiamo lanciato questa campagna che non ha pari in Italia – sottolinea l’assessore alla salute,
Stefania Saccardi – che ci consentirà di trattare in modo precoce i possibili contagi, per la loro salute ma anche riducendo la diffusione del virus”. L’esito del test sierologico rapido di acquisisce in pochi minuti. Dopodiché, chi risultasse positivo, dovrà chiamare un numero verde, 8006560, per sottoporsi al tampone. “Sarà effettuato in poche ore – assicura Saccardi – e al massimo in ventiquattro ore sarà comunicato l’esito”. Nel frattempo la persona dovrà naturalmente, in via precauzionale, evitare contatti con altre persone.
Firmata anche una terza ordinanza sui test sierologici, che amplia ad altre categorie esposte la possibilità di farli gratuitamente e rafforza ulteriormente il ruolo dei medici di famiglia. “Avevamo promesso di fare screening di massa. Questa terza ordinanza estende il test sierologico ad altre categorie a rischio, e prevede che possano prescriverlo anche i medici e pediatri di famiglia. In Toscana seguiamo la regola delle tre T: testare, trattare, tracciare. Per riuscire a evitare ritorni di contagi, ed eventualmente contenere e spegnere i focolai, l’unica strada è questa. Che poi è la stessa linea che ha preso anche il governo nazionale. Un lavoro cruciale, importantissimo, che ha una valenza sanitaria, ma anche economica e sociale”.
“A spese del Ssn perché si tratta di categorie più esposte – ha precisato Rossi - Man mano che andremo avanti, potranno aggiungersene altre. Il test sierologico serve a far emergere un certo numero di casi che altrimenti non emergerebbero”. L’ordinanza prevede anche che il medico o il pediatra di famiglia possa richiedere il test sierologico per i pazienti che manifestino o abbiano manifestato sintomi di Covid-19. Che in caso di test positivo o dubbio, sia effettuato nel più breve tempo possibile il tampone, massimo entro le 24 ore. Che possano fare il test, a spese proprie, anche i lavoratori che, pur non rientrando tra le categorie che ne hanno diritto gratuitamente, abbiano contatto con il pubblico per la propria attività.
Medico e pediatra di famiglia potranno dunque richiedere il test sierologico per i pazienti per i quali lo riterranno necessario, attraverso la loro anamnesi: per esempio, i pazienti paucisintomatici, quelli che abbiano avuto una sintomatologia simil-influenzale nelle settimane precedenti, o quelli che vivono in ambienti comuni con soggetti risultati positivi al tampone.
Queste le categorie di lavoratori e operatori alle quali la nuova ordinanza estende la possibilità di fare il testsierologico gratuitamente, nei 41 laboratori convenzionati con la Regione:
• contatti stretti di casi positivi;
• studenti universitari delle facoltà sanitarie che abbiano accesso all’interno di strutture sanitarie e socio-sanitarie;
• medici ed infermieri operanti come libero professionisti;
• odontoiatri libero professionisti
• tabaccherie
• i magistrati ed il personale amministrativo delle giurisdizioni ordinaria, amministrativa e contabile che hanno rapporti con il pubblico;
• operatori ed ospiti delle strutture di accoglienza per migranti
• maestri, insegnanti e personale delle scuole di ogni ordine e grado e personale afferente agli asili nido e campi estivi al momento della ripresa delle attività.
In caso di test sierologico positivo, subito il tampone
Qualora l’esito del test sia positivo o dubbio, deve essere effettuato nel più breve tempo possibile il test diagnostico molecolare (tampone rinofaringeo), per poter adottare con celerità le misure di prevenzione e di trattamento necessarie per la salute dell’individuo e della collettività. Per questo, in caso di test positivo, il cittadino è invitato a chiamare il numero verde unico regionale 800 55 60 60, che lo indirizzerà nella sede più vicina dove effettuare il tampone, con la garanzia dell’esito entro 24 ore.
“E’ fondamentale guadagnare tempo, anche perché in caso di test positivo, la persona deve stare in isolamento e non può andare al lavoro – chiarisce l’assessore Saccardi – Il numero verde regionale indirizzerà la persona nel luogo più vicino per fare il tampone, per esempio in uno dei drive thru attivi sul territorio regionale”.
La App regionale
Anche per quest’ultima categoria, per l’attivazione delle misure preventive e di contenimento della pandemia e a fini epidemiologici, è consentta la tracciabilità dei test effettuati e del loro esito, nel rispetto della privacy, attraverso l’attivazione della apposita App sviluppata a livello regionale. “La App – ha chiarito Rossi – rileva dove, come e quando la persona si è contagiata. E’ una App ideata all’interno del Dipartimento diritto alla salute, ci è stata chiesta da altre Regioni e noi l’abbiamo regalata”.
“Un’operazione di prevenzione così estesa su tutto il territorio non si è mai vista. Non siamo certo perfetti, ma in questa impostazione c’è del metodo”, ha concluso Rossi, che prima di congedarsi dai giornalisti ha detto qualche parola anche sulle mascherine: “In Toscana finora ne abbiamo distribuite gratuitamente 35 milioni, cercando di utilizzare tutti i canali disponibili. Le farmacie sono un canale importante: se vorranno continuare a collaborare, ci fa piacere, altrimenti individueremo altri modi”. E infine ha citato i casi degli ospedali di Fivizzano e Pontremoli come “esempi di ottima sanità, da mettere in evidenza”: “A differenza di quanto accaduto in altre province di altre regioni dopo un contagio importante – ha ricordato –, i malati Covid dei due ospedali sono stati spostati immediatamente al Noa, un presidio ospedaliero moderno, dove è stato possibile aumentare i posti letto di terapia intensiva da 10 a 30, e nella notte i due ospedali sono stati completamente sanificati”.