toggle menu
QS Edizioni - mercoledì 4 dicembre 2024

Regioni e Asl

Coronavirus. Lazio annuncia test a tappeto “per capire chi è già entrato in contatto con il virus” 

immagine 1 aprile - Punto sulla situazione in video conferenza stampa con il presidente Zingaretti, il vicepresidente Leodori e l’assessore D’Amato. Annunciati test a tappeto. "Le misure funzionano, ma non dobbiamo abbassare la guardia”, ha detto il governatore. E l'assessore parla dell'importanza di “suddividere le famiglie che sono già entrati in contatto con esso e quelle che non lo hanno conosciuto”. Ad oggi nel Lazio 3.095 casi confermati di Covid 19. I DATI SUI CONTAGI
“La Regione sta tenendo. Dai dati si evince che le misure di contenimento adottate stanno funzionando. La Regione sta tenendo, insieme alla Capitale. Grazie anche alle persone, una grande prova di coraggio, passione e determinazione rispetto a provvedimenti mai adottati nella storia della nostra democrazia”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti nel corso di una video-conferenza stampa sul coronavirus, nel corso del quale il governatore ha lanciato un appello a “non abbassare la guardia. Per sconfiggere il virus occorre continuare a mantenere in modo rigido tutte le misure di sicurezza e continuare sul distanziamento sociale”, ha detto Zingaretti, affiancato dal vicepresidente Daniele Leodori e dall’assessore alla Salute Alessio D’Amato.
 
I vertici della Regione hanno quindi ha annunciato la volontà di procedere con test sierologici a tappeto sulla cittadinanza per capire “chi è già entrato in contatto con il virus”. A questo scopo la Regione è in attesa della “validazione da parte della comunità scientifica di un test rapido che stiamo sperimentando allo Spallanzani e a Tor Vergata” e che permetterebbe di estendere la platea sottoposta all’esame allo scopo di pianificare le necessarie misure.
 
Per D’Amato, infatti, dopo il rafforzamento dell’assistenza ospedaliera e, in particolare, delle terapie intensive, “la sfida si sposta sul territorio”. L’intento sarebbe quello di “suddividere le famiglie che sono già entrate in contatto con il virus de quelle che non lo auhanno conosciuto. Per noi importante per capire come si è diffuso e si sta diffondendo”, ha detto D’Amato.
 
 
1 aprile 2020
© QS Edizioni - Riproduzione riservata