Videogiochi, gratta e vinci, lotterie, bingo, videopoker, formula 101, lotto telematico, vinci per la vita… Inizia tutto come un gioco. Ma alcune volte finisce con la dipendenza. E il passaggio successivo per chi non si è saputo controllare diventa, in tempi brevi, è il disturbo compulsivo. Un fenomeno così diffuso e pericoloso in Italia che il ministro della Salute, Renato Balduzzi,
ha annunciato nelle scorse settimane l’intenzione di introdurre la ludopatia nell’elenco delle patologie che rientrano nei Lea.
Nel frattempo, però, anche le amministrazioni locali fanno la loro parte.
Come il Comune di Verona, che per mettere in guardia i cittadini sul vizio del gioco d’azzardo e i rischi connessi ha dato il via a una nuova iniziativa: da oggi, infatti, sarà distribuito presso le farmacie della città
un opuscolo contenente informazioni sull’attività delle sale da gioco e osservazioni e consigli rivolti ai giovani e agli adulti per riconoscere i sintomi del vizio da gioco. Una parte della pubblicazione, realizzata dall’assessorato alla Risorse Economiche-Ufficio Antiusura del Comune, è inoltre dedicata all’usura e agli aiuti concessi dallo Stato alle vittime di questo reato.
“Gli italiani – si legge nell’opuscolo, che rilancia le parole di un’Assemblea del Cnel del 2008 - sono quelli che spendono in assoluto la cifra maggiore per scommesse e lotterie in rapporto al reddito pro-capite, una cifra che si è triplicata in quattro anni”. In particolare, a giocare risultano essere soprattutto le fasce più deboli dal punto di vista economico: “il 56% degli strati sociali mediobassi, il 47% di quelli più poveri e il 66% dei disoccupati”.
Ma attenzione, perché “il banco non perde mai”, avverte l’opuscolo del Comune di Verona. Sottolineando come a perdere, denaro e non solo, siano invece i cittadini e la comunità intera. “Chi è rovinato dalla malattia del gioco – sottolinea l'opuscolo – rovina anche la propria famiglia, non ha soldi per l’affitto o per il mutuo della casa, per mantenere i figli a scuola, per mangiare”. Ma “i costi per la disintossicazione e il recupero dell’ammalato incidono anche sulla Sanità in modo non indifferente e le cure, a detta degli esperti, sono lunghe e di non facile soluzione”. A questo vanno a sommarsi, per i meno abbienti, i costi per altri interventi di enti istituzionali e del privato.