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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Regioni e Asl

Trapianti: 4 in 24 ore al Papa Giovanni di Bergamo. Salvata una bambina e 3 adulti

immagine 1 ottobre - Un uomo di 53 anni e una bambina di un anno trapiantati di fegato e un 44enne e una 34enne trapiantati di rene. La Dg Stasi: “La professionalità del nostro centro, la dedizione dei nostri operatori e la capacità di lavorare in sinergia fra tutti gli attori della rete trapianti hanno fatto la differenza anche in questa occasione e ci hanno permesso di onorare la grande generosità dei donatori”.
Quattro pazienti trapiantati in 24 ore grazie al lavoro di squadra del personale del Papa Giovanni XXIII di Bergamo. I pazienti trapiantati sono un uomo di 53 anni e una bambina di un anno trapiantati di fegato e un 44enne e una 34enne trapiantati di rene.

E’ un tour de force quello che tra martedì 24 e mercoledì 25 settembre ha visto protagonista l’équipe della Chirurgia generale 3 del Papa Giovanni XXIII, diretta da Michele Colledan, con il supporto degli anestesisti dell’Anestesia e rianimazione 1 e 5 (Pediatrica) e degli operatori delle sale operatorie dell’ospedale bergamasco.
 
Una serie iniziata alle 4 di mattina di martedì 24 settembre, con l’ingresso in sala operatoria del 53enne, con una grave compromissione della funzionalità epatica. Ad eseguire il primo trapianto di fegato i chirurghi Marco Zambelli e Annalisa Amaduzzi, affiancati dagli anestesisti Bruno Carrara e Carlo Pirola, dagli strumentisti Federica Personeni e Andrea Battaglia, dagli infermieri Claudia Belotti, Andrea Vigani e Florina Agazzi e dagli OSS Cristina Cantamessa e Giuseppe Mariani, che hanno lavorato fino alle 11 della mattina. Il fegato, spiega il Giovanni XXIII in una nota, “era stato prelevato in piena notte in un altro ospedale lombardo dalle chirurghe, sempre dell’équipe di Michele Colledan, Mara Giovannelli ed Erica Vicario”.
 
Mentre era in corso il primo trapianto, sono partiti verso un altro ospedale non lombardo per un secondo prelievo i medici, sempre della Chirurgia generale 3, Stefania Camagni e Gianluca Baronio, che da un donatore adulto hanno ricavato, con la tecnica split, una porzione di fegato, destinata a una bambina di un anno, entrata in sala operatoria a Bergamo alle 13 ed uscita 8 ore dopo. L’altra metà è andata a Roma e ha salvato un'altra piccola vita. Ad eseguire l’intervento i chirurghi Michele Colledan e Alice Mangili, affiancati dagli anestesisti Carlo Pirola, Viviana Prussiani e Magda Khotcholava, dalla strumentista Vanila Gotti e dagli infermieri Selina Spinelli, Eliana Calcagno, Santina Moschella, Laura Moroni e Stefania Cornelli.

Mentre era in corso il secondo trapianto, alle 16 ha fatto il suo ingresso nel blocco operatorio un uomo di 44 anni che ha ricevuto un rene, prelevato dai medici dell’ospedale dove è avvenuta la donazione. In sala operatoria i medici Giovanni Rota della Chirurgia pediatrica e Annalisa Amaduzzi, l’anestesista Stefano Mariconti, gli strumentisti Wilma Merelli e Maria Antonietta Di Carlo Cuttone, gli infermieri Cinzia Meticci e Liana Foglieni e gli OSS Norma Fasolini e Amedeo Monardo.
 
Poco dopo la conclusione del terzo trapianto, alle 23 è stato il turno di una donna di 34 anni che ha ricevuto l’altro rene del medesimo donatore del trapianto precedente. In sala operatoria sempre i chirurghi Annalisa Amaduzzi e Giovanni Rota, l’anestesista Daniele Bonacina, la strumentista Maria Antonietta Di Carlo Cuttone, l’infermiera Liana Foglieni e l’OSS Amedeo Monardo. L’intervento si è concluso alle 4 di mattina di martedì 25 settembre, esattamente 24 ore dopo l’ingresso in sala del primo paziente di questa “maratona”.

Il decorso postoperatorio dei 4 pazienti è regolare e le loro condizioni giudicate buone dai clinici del Papa Giovanni XXIII.
 
“Tutta l’équipe è stata impegnata per 24 ore, chi nelle sale operatorie di altri ospedali a prelevare gli organi, chi nelle sale operatorie dell’Ospedale di Bergamo per eseguire i trapianti – ha commentato Michele Colledan, che a Bergamo è anche Direttore del Dipartimento Insufficienza d’organo e trapianti -. Allo stesso tempo abbiamo portato avanti la nostra normale attività ambulatoriale e in reparto. Fondamentale è stata anche tutta l’organizzazione ospedaliera, che ci ha consentito di lavorare al meglio, mettendoci a disposizione tutto quello di cui abbiamo avuto bisogno, dal sangue per le trasfusioni ai posti letto in terapia intensiva. E’ stato un grande lavoro di squadra. La disponibilità di organi non è né prevedibile né continua, quindi facciamo di tutto per non lasciar cadere nel vuoto nessuna occasione che ci viene da un gesto di generosità così grande come la donazione degli organi.”
 
Soddisfatta il Direttore generale del Papa Giovanni XXIII, Maria Beatrice Stasi: “Ringrazio i tanti professionisti coinvolti per lo straordinario lavoro svolto. La professionalità del nostro centro, la dedizione dei nostri operatori e la capacità di lavorare in sinergia fra tutti gli attori della rete trapianti hanno fatto la differenza anche in questa occasione e ci hanno permesso di onorare la grande generosità dei donatori”.
1 ottobre 2019
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