L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia l’aveva già annunciato, e ripetuto in più occasioni. Ieri la giunta regionale ha approvato una delibera che recepisce l’ordinanza del Ministro della salute e dà alle aziende tutte le indicazioni per la presa in carico delle pazienti, 294 secondo il censimento svolto dalla Regione e comunicato al Ministero.
“L’accordo raggiunto giovedì scorso in Conferenza Stato-Regioni – dichiara l’assessore
Scaramuccia – ci consente di mettere in atto la linea che come Regione Toscana abbiamo sempre sostenuto: cioè la totale presa in carico di tutte le pazienti portatrici di queste protesi. Gli esperti valuteranno caso per caso, decidendo se è opportuno l’espianto e l’eventuale reimpianto di protesi più sicure”.
L’ordinanza ministeriale riporta il parere del Consiglio Superiore di Sanità, secondo il quale “pur in assenza di prove di maggiore cancerogenicità sono state evidenziate, per le protesi mammarie Pip, maggiori probabilità di rottura e di reazioni infiammatorie”. E sulla base di questo parere, “si invitano i pazienti che hanno subìto impianto di protesi mammarie Pip a rivolgersi al proprio chirurgo e si forniscono specifiche raccomandazioni ai centri che hanno operato l’impianto, affinché siano parte attiva nel richiamare i pazienti”.
“Il sistema sanitario regionale – si legge nella delibera – si farà carico della valutazione clinica, specialistica e diagnostica per tutti i casi relativi a impianti di protesi mammarie Pip, impiantate presso strutture pubbliche o private accreditate o comunque autorizzate. In ogni azienda sanitaria dovrà essere garantita almeno una struttura ambulatoriale per le valutazioni. Se, sulla base di queste valutazioni, si rendesse necessario l’espianto, e il successivo reimpianto, questi dovranno essere eseguiti a carico del servizio sanitario regionale, nei centri di chirurgia plastica e di senologia operanti in Toscana”.
In tutte le aziende sanitarie toscane sarà istituito un servizio di accoglienza e informazione in grado di fornire tutte le informazioni necessarie e indirizzare la domanda verso gli ambulatori specialistici. Questo il percorso organizzativo assistenziale di presa in carico: individuazione dei casi appropriati (quelli in cui è stata effettivamente impiantata una protesi Pip); fornire tutte le informazioni possibili sulla problematica; presa in carico nel percorso assistenziale; valutazione clinca specialistica che tenga conto dei dati anamnestici; inquadramento oncologico; esame ecografico; percorso di controllo periodico nel tempo, con valutazione clinica semestrale; oppure percorso di intervento chirurgico per la rimozione delle protesi ed eventuale reimpianto con nuova protesi.