Una splendida esperienza, la maternità, che rischia di trasformarsi in problemi e discriminazioni sul posto di lavoro come a volte è accaduto per le donne-medico: questo il tema al centro dell'attenzione della riunione del Consiglio dell'OMCeO di Milano svoltasi ieri pomeriggio, che ha avuto come esito la forte posizione dell’Ordine contro le condotte discriminatorie.
In seguito alle “diverse segnalazioni pervenute all'Ordine negli ultimi mesi”, il Presidente
Roberto Carlo Rossi, con l’intento di “prevenire altri comportamenti inappropriati”, ha deciso di invare una lettera a tutte le strutture sanitarie competenti di Milano e provincia, in cui chiede “il rispetto rigoroso delle normative vigenti sul tema delle discriminazioni per gravidanza e maternità, ovvero l'articolo 25 comma 2-bis D.Lgs 198/2006, l'articolo 7, 1° comma D.Lgs 165/2001 e la Legge 81/2017 per il lavoro autonomo”.
“Qualsiasi tipo di condotta discriminatoria deve essere condannata e tali comportamenti possono addirittura determinare, in caso di azione giudiziaria da parte delle lavoratrici, il riconoscimento del torto subito con conseguenze risarcitorie e grave danno all'immagine”, afferma il Presidente Roberto Carlo Rossi, aggiungendo: “A tutto ciò si aggiunge anche la tendenza registrata negli ultimi anni che vede una progressiva femminilizzazione del lavoro medico, purtroppo però devo evidenziare che ad oggi manca una coerente organizzazione del lavoro e delle politiche sociali adeguate”
L'Ordine di Milano evidenzia di essere stato sempre compatto in merito a queste problematiche “tanto che già da molti anni ha istituito l'apposita Commissione Pari Opportunità, che offre aiuto, consulenza e assistenza legale e psicologica alle donne-medico che, in seguito ad una gravidanza e maternità, hanno subito azioni inappropriate: mancata assunzione a tempo indeterminato, nonostante la partecipazione ad un concorso e l'inserimento in posizione utile in graduatoria, o il mancato rinnovo di contratti a termine: una condizione che necessita di un rapido intervento a tutela delle donne-medico”.
L'OMCeO invita perciò a tutte le strutture competenti a “vigilare affinché non vengano perpetrate condotte improprie a danno delle lavoratrici in gravidanza e affinché siano rispettati i principi di pari opportunità e non discriminazione, in particolare nei luoghi di lavoro. Tutto ciò riservandosi inoltre la possibilità di avviare azioni disciplinari a carico di quei medici che dovessero essere responsabili di condotte, anche deontologicamente, scorrette”.