toggle menu
QS Edizioni - lunedì 25 novembre 2024

Regioni e Asl

Carenza medici. L’Università di Padova aumenta del 20% il numero di studenti di Medicina ammessi al primo anno

di Endrius Salvalaggio
immagine 4 marzo - L’obiettivo, esposto dal Rettore in occasione dell’apertura dell’Anno accademico, viene subito recepito dal presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia di Padova, Mario Plebani: “Un'idea che ci permetterà di aumentare l’offerta dei medici in rapporto alle nostre potenzialità, senza sacrificare la qualità della formazione”.
L’Università di Padova, come esposto dal Magnifico Rettore in occasione dell’apertura dell’Anno Accademico e successivamente in un’audizione alla Camera, si è posta l’obiettivo strategico di un aumento del 20% del numero di studenti di Medicina ammessi al primo anno.
 
La Scuola di Medicina e Chirurgia della stessa Università ha immediatamente recepito l’indicazione del Rettore. “Un’idea che nasce sia dall’esigenza di un fabbisogno di medici, sia dall’ipotesi del superamento del numero chiuso - fa sapere il Prof. Mario Plebani, Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia di Padova - che ci permetterà di aumentare l’offerta dei medici in rapporto alle nostre potenzialità, senza sacrificare la qualità della formazione”.
 
Uno sforzo questo che non potrà senz’altro bastare, ma che mira a cambiare il bacino di offerta. Infatti, spiega il Prof. Plebani, “Già da quest’anno verrà attivato un corso in Medicina e Chirurgia in lingua veicolare (ossia in inglese), e questa iniziativa porterà 60 posti in più che l’Università potrà formare”.
 
Deve essere chiaro che queste iniziative sono un punto di partenza, che deve prevedere a sua volta un aumento da parte dei Ministeri competenti e delle Regioni, di borse per gli specializzandi. “Se questo aumento del numero di studenti da parte delle università non fosse accompagnato da un aumento di sbocchi formativi - ha cura di precisare il Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia - non avremmo mai la possibilità di risolvere il problema della carenza di specialisti.
 
Già oggi non abbiamo pediatri, medici d’urgenza, anestesisti e molti altri professionisti. Lo sforzo deve essere congiunto fra Università-Ministero-Regione, riassettando tutto il sistema rispetto alle necessità attuali e dei prossimi anni. Dire che la carenza di medici è dovuta alle Università è sbagliato. Gli atenei formano ogni anno oltre 10.000 medici e le borse di studio per specializzarsi sono solo 6400. Questo sta a significare che oltre 3000 medici ogni anno non hanno sbocchi immediati nel Sistema sanitario italiano”. 
 
Il Bo è un ateneo con numerose collaborazioni e partnership straniere, uno fra i primi 5 per scambi Erasmus e conta circa complessivamente 60.000 studenti dei quali quasi 1.900 in Medicina e Chirurgia.
 
di Endrius Salvalaggio
4 marzo 2019
© QS Edizioni - Riproduzione riservata