L'eventuale aumento delle addizionali Irap e Irpef “non sarebbe una tragedia”. Ad affermarlo è stata ieri la presidente del Lazio, Renata Polverini, nel corso di un incontro con gli operatori della sanità cattolica al Vicariato di Roma. Insomma, per i cittadini laziali la possibilità di un aumento delle tasse è sempre più concreta. “Ci muoviamo partendo da un disavanzo che solo nel 2009 si chiude con 1,4 miliardi di euro al quale si aggiungono altri 186 milioni che provengono dall'anno precedente”, ha detto Polverini, come a dire che non c’è altro da fare. Ma secondo Polverini, lo scatto delle addizionali Irap e Irpef “non sarebbe nemmeno una tragedia”, anche se la motivazione non dovrebbe far piacere ai laziali. “Le nostre addizionali – ha infatti affermato la presidente - sono le più alte d'Italia, quindi si alzerebbe veramente di poco, però un poco che in un periodo difficile come questo, con la crisi che stiamo vivendo, sicuramente io credo non ci possiamo permettere. E poi credo sarebbe ingiusto ulteriormente penalizzare cittadini e imprese rispetto al fatto che la sanità del Lazio assorbe da sola oltre 60 per cento del debito nazionale”.
Parole che hanno fatto scattare polemiche e reazioni sia da parte dell’opposizione politica che nel mondo della sanità.
Va meglio alla Giunta pugliese, dove invece l’ipotesi di ridurre i costi della sanità stringendo il numero di cittadini esenti dal ticket (escludendo però i cronici e quelli in difficoltà economica) ha ricevuto il beneplacito di medici, farmacisti e anche del Tribunale per i diritti del Malato. Anche se l’idea è piaciuta meno ai Consumatori, secondo i quali “rischia di diventare un’operazione impopolare e infruttuosa”.
Tra le ipotesi per il controllo della spesa farmaceutica al vaglio della Giunta vi sarebbero inoltre interventi per disincentivare le prescrizioni inutili sanzionando i medici dalla prescrizione troppo facile, e correttivi anche sulla spesa farmaceutica ospedaliera, in continua crescita.
L.C.