Nell’ultimo anno sono stati scritti molti articoli sulla carenza di medici in Veneto, tanto da esser stati criticati per aver calcato troppo la mano. Sennonché ultimamente anche la Regione Veneto ed i Direttori delle Ulss hanno dovuto ammettere che il problema carenza personale sanitario esiste ed è, oltre che reale, molto pericoloso. Nelle diverse Ulss i Direttori stanno cercando di fronteggiare il problema come meglio possono: chi recluta medici dall’estero, chi si serve di medici liberi professionisti con contratto a chiamata altri con dei liberi professionisti, chi ancora richiama in servizio personale in pensione. Nella stessa Ulss 3, il Direttore Generale ventilava l’idea, vista la drammaticità della carenza di organico, di avvalersi, per non compromettere i servizi, alla soluzione dei medici liberi professionisti.
“I medici a contratto – precisa
Giovanni Leoni, Segretario di Cimo Veneto – non hanno una relazione diretta col nosocomio, sono dei liberi professionisti e non hanno una evoluzione di carriera continua come un medico strutturato, non hanno ferie né malattia, non hanno TFR né pensione, né un periodo indeterminato, cioè continuativo di lavoro”.
Il contratto a chiamata, quindi, sta diventando uno strumento privilegiato di reclutamento del personale ospedaliero a causa del fatto che, come spiega Leoni, “sono molti i medici che se ne sono andati e molti se ne stanno andando perché prossimi alla pensione inoltre, ad esempio, nella Ulss 3 mancano 53 operatori sanitari, 46 infermieri e 128 medici, oltre ad altri 200 dipendenti che, a livello teorico, potranno chiedere chiederanno la pensione attraverso Quota 100”.
A fronte di queste carenze di personale, Cimo Veneto chiederà la chiusura e/o l’accorpamento dei servizi al fine di garantire i requisiti di sicurezza previsti per pazienti e personale, inoltre invita colleghi e cittadini a segnalare situazioni di emergenza al seguente indirizzo email:
segreteria@cimoveneto.it
“Siamo molto spiacenti – conclude Leoni - di fare questa richiesta, ma secondo noi è la soluzione più sicura. Sono anni che quasi ogni giorno denunciamo la carenza di personale a vari livelli ed ormai questa soluzione - chiusura e accorpamento - dei servizi carenti di personale sono una nostra richiesta che mette in sicurezza il cittadino ed il personale ospedaliero”.
Endrius Salvalaggio