"Ieri l’Assessore alla Salute Riccardi con un documento ufficiale
ha riconosciuto le criticità e i disagi di utenti e operatori nel Pronto Soccorso di Trieste annunciando le risposte concrete che la Regione intende dare". È quanto afferma in una nota
Walter Zalukar, coordinatore Anaao Assomed Macroarea Giuliano-Isontina.
"Che sono essenzialmente due:
1) avviare il concorso per assumere sei nuovi medici;
2)
mettere i medici della medicina d’urgenza in turno in Pronto soccorso.
L’intento di assumere medici è senz’altro lodevole - prosegue Zalukar - ma si scontra con un problema insormontabile: la pressoché assoluta indisponibilità sul mercato di medici con la specializzazione necessaria per lavorare in Pronto Soccorso. Non è un problema locale, è un
problema nazionale che affligge da tempo i Pronto Soccorso dell’intero paese. L’Anaao Assomed ha calcolato che attualmente mancano in tutt’Italia 1.600 medici di Pronto Soccorso, tanto che alcune di queste strutture sono in un prossimo futuro a rischio di esistenza.
I pochissimi medici disponibili cercano ovviamente i posti più appetibili, che significa migliori condizioni di lavoro, migliori prospettive di carriera, migliori guadagni. È noto che la nostra regione è la penultima subito dopo il Veneto per il trattamento economico dei medici e che Trieste è tra le ultime in regione, quindi ultima dei penultimi.
Riguardo alle possibilità di carriera la precedente amministrazione regionale ha falcidiato i posti di primario, ritenendoli inutili poltrone, ma dando queste ad altre categorie professionali. In tema di qualità del lavoro basta affacciarsi al triage di Cattinara. Quindi vi è un fondato timore che i posti messi a concorso restino vuoti.
La seconda risposta annunciata dalla Regione di mettere in turno medici della Medicina d’Urgenza, non risolve il problema, semplicemente lo sposta. Infatti se uno fa un turno da una parte non può farlo dall’altra, quindi si scopriranno i turni della Medicina d’Urgenza.
Cosa fare? Bisogna innanzitutto partire dalla constatazione che il Pronto Soccorso è la prima struttura a subire il peggioramento/impoverimento del Sistema sanitario pubblico ereditato dalla riforma Serracchiani: da un lato la carenza di letti in ospedale - spiega il coordinatore -, dall’altra gli accessi in aumento perché i malati non trovano sufficienti risposte sul territorio e quindi non sanno dove rivolgersi se non al Pronto soccorso che essendo la 'prima linea' risulta quindi la prima struttura ad essere colpita quando la sanità non funziona.
Serve uno slancio di progettualità. Per esempio un diverso approccio ai malati anziani con patologie cronico-degenerative riacutizzate che necessiterebbero di ben altri percorsi che non il trasporto e 'deposito' al Pronto Soccorso di Cattinara. Per esempio la valorizzazione del Centro Prime Cure del Maggiore, che doveva avere una funzione di 'polmone' di Cattinara (vista anche la ristrutturazione) e ora ridotto dalla miopia della precedente
amministrazione a banale, inutile punto di primo intervento.
Per esigenze di brevità - conclude Zalukar - mi fermo a questi due esempi, ma ci sono altre possibilità di risposte concrete, di progetti, ovviamente compatibili con le risorse esistenti".