Una rimodulazione dei tagli previsti dalla manovra in discussione in Parlamento è possibile, anzi probabile. Ma sul saldo finale fissato dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti non c’è margine di emendabilità. È questo, in sostanza, il concetto ribadito alla delegazione di governatori Pdl che si sono recati a Palazzo Grazioli nel pomeriggio dal premier Silvio Berlusconi. Una delegazione composta da Gianni Chiodi, Michele Iorio, Renata Polverini e Roberto Formigoni, giunti al vertice all’indomani della seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni che ha espresso un duro giudizio sulla manovra. Alla fine della breve riunione, comunque, i presidenti di regione sono sembrati ottimisti.
A partire dalla governatrice del Lazio Renata Polverini: “Abbiamo ribadito – ha dichiarato – al presidente Berlusconi le nostre preoccupazioni e abbiamo riscontrato una grande disponibilità, fermo restando che i saldi non devono cambiare. Mi pare ci sia spazio per riequilibrare la manovra. Il presidente ci ha ricordato che si tratta di una manovra che è stata chiesta dall'Europa – ha spiegato Polverini – e che è meno dura di quelle fatte in altri paesi. Le Regioni stanno già intervenendo per ridurre gli sprechi ma, in alcuni servizi particolari la manovra crea problemi per l’erogazione. Inoltre, si azzererebbero o diminuirebbero di molto le possibilità di realizzare il federalismo fiscale”.
Interpellata sul tavolo tecnico che dovrebbe tenersi domani coi ministri Tremonti, Fitto e Calderoli, la Polverini ha affermato: “Questo ha il compito di fare chiarezza sui conti. Se vogliamo migliorare la manovra dobbiamo fare chiarezza”.
È stata poi la volta del governatore della Lombardia Roberto Formigoni, che dopo avere replicato al ministro per le Riforme Umberto Bossi, che lo aveva invitato a non esagerare, ha sostanzialmente ripetuto quanto detto dalla collega laziale “Berlusconi è pronto a rivedere i tagli che la manovra impone alle Regioni, fermi restando i saldi di bilancio del decreto. Ci ha ascoltato attentamente, ha preso nota dei numeri che gli abbiamo spiegato e ci ha confermato la sua impostazione: non può cambiare il totale della manovra, perchè è stato concordato con la Ue, ma possono cambiare il riparto delle voci e il riparto dei sacrifici. Questo era ciò che chiedevamo – ha concluso – e siamo contenti di averlo ottenuto”.