toggle menu
QS Edizioni - mercoledì 17 luglio 2024

Regioni e Asl

Toscana. Intesa Regione-Fimmg su cure primarie

immagine 28 novembre - Team multiprofessionali e multidisciplinari, nuove forme associative, valorizzazione della sanità di iniziativa, una maggiore appropriatezza diagnostica e farmaceutica, potenziamento del ricorso alla telemedicina. Sono alcuni dei punti dell’atto di intesa tra Regione e Fimmg.
A presentare l’accordo l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, assieme a Vittorio Boscherini, segretario regionale Fimmg. “Questa intesa si sviluppa all’interno del quadro prospettato dal nuovo Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale, che vedrà la luce tra poco – spiega l’assessore Scaramuccia – Il nuovo modello di assistenza poggia sul medico di famiglia, che svolge un ruolo centrale. La gestione della salute del cittadino, e in particolare quella della cronicità, viene riportata a livello territoriale, attraverso investimenti destinati a garantire le risorse e gli strumenti indispensabili”.
“Regione Toscana e MG (medicina generale) – si legge nell’accordo – riconoscono e condividono la necessità di rispondere all’attuale fase di compressione e riduzione delle risorse del sistema sociosanitario, condividendo obiettivi e mettendo in atto le azioni, anche innovative, che, utilizzando al meglio le risorse esistenti, consentano di rispondere in modo etico e universalistico alla domanda di salute presente ed emergente, secondo i criteri di equità, responsabilità deontologica e compatibilità economica”.
Insomma, in tempi di crisi e di risorse in costante diminuzione, in Toscana si fa di necessità virtù, non tagliando i servizi, ma piuttosto pensando a una diversa organizzazione, che, prima che economica, è migliore, più efficace e più rispondente alle reali esigenze della popolazione. Come? Per esempio, come prevede l’atto di intesa:
- lasciando all’ospedale la gestione dell’acuzie e spostando la gestione delle patologie non acute dall’ospedale al territorio;
- riducendo la durata delle degenze ospedaliere e puntando sempre più a forme di assistenza intermedia (residenziali o domiciliari);
- considerando il lavoro in team multiprofessionale e multidisciplinare la forma organizzativa di base per le cure primarie (appunto, le UCCP, Unità di cure primarie, o le AFT, Aggregazioni funzionali territoriali);
- estendendo sempre di più il modello della sanità di iniziativa (un esempio per tutti, l’AFA, Attività fisica adattata);
- promuovendo una sempre maggiore appropriatezza, sia nella prescrizione di visite ed esami, che in quella di farmaci: anche attraverso campagne di comunicazione per un ricorso appropriato al sistema sanitario da parte dei cittadini; la Finanziaria 2012 prevede tra l’altro che una parte del risparmio derivante dalla maggior appropriatezza, sia diagnostica che farmaceutica, venga investita nelle cure primarie;
- rinnovando costantemente i percorsi formativi dei medici.
Nell’accordo, anche la condivisione di processi di deburocratizzazione, per semplificare i percorsi assistenziali, e il riconoscimento del ruolo attivo del cittadino nella promozione e gestione della propria salute.
28 novembre 2011
© QS Edizioni - Riproduzione riservata