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QS Edizioni - venerdì 27 dicembre 2024

Regioni e Asl

Ecco i nuovi “bersagli” della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Migliorano le performance di 6 Regioni su 10, solo il 27% peggiora

immagine 1 giugno - Il 13% rimane stabile. Centrati i bersagli su vaccinazioni, ospedalizzazione inappropriata, percorsi oncologici e chirurgici, presa in carico della cronicità. Critica l’appropriatezza nell’uso dei servizi di diagnostica. I risultati 2017 del Sistema di Valutazione dei Ssr coordinato dal laboratorio MeS del Sant’Anna presentati oggi a Venezia. Basilicata, Calabria, FVG, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto, Trento e Bolzano, le realtà sotto la lente. IL DOCUMENTO IN SINTESI
Come vanno le performance dei sistemi sanitari regionali? Il 60% delle Regioni migliora le sue prestazioni, nel 13% dei casi sono stazionarie e solo il 27% le peggiora. Le aree che vedono i risultati più positivi in termini di miglioramento sono le vaccinazioni, la riduzione dell’ospedalizzazione inappropriata, il percorso oncologico e chirurgico, ma anche la presa in carico della cronicità. Rimane critica l’appropriatezza nell’uso dei servizi di diagnostica per immagini e ci sono ancora margini di miglioramento significativi nei programmi di screening oncologico, con alcune regioni ancora in difficoltà. 
 
Anche quest’anno i ricercatori del Laboratorio Management e Sanità (MeS) dell’Istituto di Management della Scuola Sant’Anna di Pisa hanno presentato oggi a Venezia i risultati 2017 del Sistema di Valutazione dei Sistemi sanitari regionali. Istituita a partire dal 2008, la collaborazione volontaria tra il MeS, 10 regioni italiane (Basilicata, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto) e le due province autonome di Trento e Bolzano ha permesso lo sviluppo e la condivisione di un sistema di valutazione delle performance dei sistemi sanitari regionali che si compone di più di 300 indicatori e che serve a monitorare la capacità di miglioramento della gestione dei servizi sanitari, ossia l’appropriatezza, la qualità dei processi e l’efficienza delle aziende. Queste misure a confronto e rese pubbliche sono di supporto   agli strumenti di governance a quelle regioni italiane che vogliono lavorare in trasparenza rendendo conto ai cittadini dei risultati conseguiti.

Il risultato più positivo in termini di milgioramento degli indicatori l'ha ottenuto il Veneto dove il 60% registra un trend positivo. Sopra il 50% di positività in più ci sono anche Toscana, Puglia, Liguria, Trento e Umbria.

Dove invece si registra il maggior trend negativo (la percentuale maggiore di indicatori peggiorati) è Bolzano (36% contro il 47,2% di quelli milgiorati). Gli indicatori più "rossi" sono quelli delle cure domicialiari, di alcuni tipi di ospedalizzazione e del consumo di anitbiotici, anche se quasi sempre sono registrati comunque in miglioramento, mentre quelli che registrano i maggiori peggioramenti si riferiscono in quasi tutte le Regioni dove hanno registrato un trend negativi quelli realativi in generale ai costi, agli accessi (e agli abbandoni) al pronto soccorso e spesso alle degenze medie.   

 
“La richiesta di maggiore autonomia di molte regioni italiane – ha commentato Sabina Nuti, responsabile del Laboratorio Mes-Sant’Anna – deve accompagnarsi con un rinnovato impegno negli strumenti di misurazione dei risultati, nel confronto sistematico, nella pubblicazione dei dati. Noi come ateneo pubblico siamo onorati di supportare le regioni che aderiscono al network in questo percorso virtuoso e su base volontaria”.
 
Come abbiamo visto gli elementi più significativi che emergono dall’analisi dei più di 100 indicatori di valutazione presenti nel sistema mostrano percentuali di miglioramento importanti sul fronte delle vaccinazioni, della riduzione dell’ospedalizzazione inappropriata, del percorso oncologico e chirurgico e della presa in carico della cronicità. Con criticità sull’appropriatezza nell’uso dei servizi di diagnostica per immagini e con margini di miglioramento significativi nei programmi di screening oncologico soprattutto in alcune regioni ancora in difficoltà. 
 
Esistono differenze significative tra le regioni? Certamente sì, rileva la Scuola Sant’Anna di Pisa ma tutte, anche le migliori, quelle che hanno i bersagli più concentrati verso il centro ossia l’obiettivo, hanno ambiti di criticità e variabilità geografica evitabile all’interno del proprio territorio. La rappresentazione della performance con il “bersaglio” comunque è solo uno dei modi per rappresentare la performance a livello regionale e aziendale. Utili sono anche le mappe di performance in cui si considera da un lato la capacità di miglioramento e dall’altro i risultati conseguiti a confronto. Interessante ad esempio il caso della Puglia che pur con varie criticità ancora presenti sul bersaglio, nella mappa presenta un gran numero di indicatori in netto miglioramento.
 
In sintesi solo il confronto trasparente dei dati permette di individuare le priorità di intervento e indirizzare le strategie di azione. E su questo è stato svolto un lavoro prezioso dalle tecnostrutture regionali del network e dal team di ricerca del Sant’Anna che quest’anno hanno analizzato i risultati incrociando gli indicatori per affrontare le problematiche in ottica sistemica. Dati come i tempi di attesa per la chirurgia elettiva sono stati analizzati tenendo conto della variabilità geografica delle prestazioni erogate per abitante. Se infatti queste sono doppie o triple tra una zona ed un’altra potrebbe esservi in un caso un vuoto di offerta o viceversa una potenziale inappropriatezza prescrittiva. Nel primo caso il contenimento dei tempi di attesa è essenziale nel secondo potrebbe addirittura indurre ulteriore offerta.
 
L’appuntamento di Venezia ha offerto inoltre un tavolo di confronto per misurarsi sul delicato rapporto tra i processi di innovazione nell’organizzazione delle cure e il relativo sviluppo dei sistemi di valutazione delle performance, aprendo il dibattito, condotto da Domenico Mantoan della Regione Veneto, ad una prospettiva europea, grazie al coinvolgimento di discussant quali Federico Paoli (Structural reform support service, European Commission) e Josep Figueras (Director of the European Observatory on Health Systems and Policies).
 
I dati 2017 delle regioni che aderiscono al network sono accessibili sulla piattaforma www.performance.sssup.it/netvalwww.meslab.santannapisa.it 
1 giugno 2018
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