“La situazione che si prospetta, in un futuro ormai alle porte è gravissima per tutti gli abitanti della Regione Lazio”, perché “le recenti decisioni governatoriali di tagli al comparto, decisi peraltro senza alcuna concertazione con le parti sociali, prevedono, oltre al drastico abbattimento delle tariffe, anche la riduzione ulteriore del tetto di prestazioni per struttura, superato il quale il Laboratorio sarà costretto ad interrompere le prestazioni convenzionate”. Così Silvana Cristaudo, presidente di FederLab Lazio, motiva la decisione di dichiarare lo stato di agitazione che però, precisa Cristaudo, sarà affrontato “con assunzione di grande responsabilità”.
Secondo la presidente di FederLab, tuttavia, non è possibile restare immobili di fronte alle decisioni adottate dalla Regione, che “rispondono solo a criteri di puro economicismo e non risolveranno in alcun modo i problemi di rientro del debito sanitario regionale”. FedeLab chiede dunque alla presidente Polverini la convocazione di un tavolo di confronto per giungere in modo concertato “a decisioni di sistema capaci di coniugare il risparmio con il mantenimento dei livelli elementari di assistenza e di servizio al cittadino”. E questo dovrà avvenire attraverso “l’attuazione di un serio Piano di riorganizzazione della Rete dei Laboratori di analisi, che faccia la stima del fabbisogno necessario”.