È tutto destinato alla realizzazione di prestazioni, interventi e servizi socio sanitari in favore di persone affette da Sla il Fondo per la non autosufficienza che sarà ripartito tra le Regioni nel corso della prossima Conferenza Unificata il 27 ottobre.
Esattamente 100 milioni di euro per centrare tre obiettivi: realizzare o potenziare l’assistenza domiciliare; garantire la formazione e il supporto di assistenti familiari per un numero di ore corrispondente alle esigenze determinate dall’evoluzione della malattia; riconoscere il lavoro svolto dal familiare-caregiver. Prestazioni, interventi e servizi chiaramente non sostitutivi di quelli sanitari.
E ancora, c’è anche la possibilità per le Regioni, d’intesa con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, di effettuare attività di ricerca per ottimizzare i modelli assistenziali, utilizzando l’1% delle risorse assegnate. Attività che può essere svolta anche attraverso protocolli interregionali. Prevista la collaborazione con le associazioni degli utenti.
Per garantire la massima trasparenza, come stabilito dal D.lgs 150/2009, le Regioni comunicheranno al Lavoro tutti i dati necessari la monitoraggio dei flussi finanziari, degli interventi, dei trasferimenti effettuati, dei progetti finanziati con le risorse del fondo ed anche le procedure adottare per favorire l’integrazione socio-sanitaria nella programmazione degli interventi.
Il 60% dei fondi è ripartito in base alla popolazione residente per età pari o superiore a 45 anni, mentre il restante 40% è suddiviso tra le Regioni secondo i criteri utilizzati per il riparto delle risorse per le politiche sociali. E così circa il 16% delle risorse totali sarà destinato alla Lombardia, seguita da Lazio e Campania (rispettivamente il 9,08 e il 9,97 % dei fondi). L’8,36% del fondo andrà alla Sicilia, il 7,8 al Veneto e il 7,61% al Piemonte.