Antonio Magi, 61 anni, Medico specialista Ambulatoriale Radiologo presso la Asl Roma 1, Segretario Generale del Sumai Assoprof, Portavoce di Apm, Componente del CdA Enpam, è il nuovo presidente dell’Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri.
Il nuovo Consiglio direttivo dell’Ordine capitolino, riunitosi questa mattina, lo ha eletto a scrutinio segreto e all’unanimità. Antonio Magi nelle recenti elezioni per l’Ordine romano ha guidato la lista Medici Uniti nella sfida contro il presidente uscente
Giuseppe Lavra.
“Ringrazio il Consiglio che ha voluto affidarmi questo compito e della fiducia ricevuta. L’obiettivo è quello di portare l’Ordine ad essere il punto di riferimento indipendente di tutta la categoria. Sono consapevole che di lavoro da fare ce n’è moltissimo ma sono anche convinto, di aver gettato le basi per ridare al nostro Ordine il ruolo autorevole e indipendente che gli spetta”, ha dichiarato Magi subito dopo la sua elezione.
“Nei prossimi anni vorremo potenziare i servizi per gli iscritti, anche on line, e dall’altro riaffermare la nostra voce all’interno delle Istituzioni, senza urla e chiusure corporative, ma cercando solide argomentazioni a salvaguardia e tutela dei medici, tutti, e a garanzia dei cittadini”.
“Le sfide che ci attendono per il prossimo triennio sono tante, perché tanti sono i problemi da affrontare. In particolare ritengo che la violenza sui medici, il Piano di rientro, il sovraffollamento dei PS, i tagli economici, il blocco del turnover, il ridotto numero degli accessi alle scuole di specializzazione e il massivo ricorso al lavoro medico precario siano prioritari. Non posso però dimenticare il contenzioso medico, l’eccesso di burocrazia piuttosto che l’obbligo assicurativo. Infine sul biotestamento, questione attualissima: a gennaio, quando il nuovo Consiglio s’insedierà, nella prima riunione ci confronteremo su questo tema. Audiremo personaggi di alto profilo per poi decidere collegialmente e prendere una posizione come Ordine. Ribadisco quanto dunque affermato in campagna elettorale gli ordini devono essere il baluardo a tutela della professione”, ha concluso.