“Il decreto che ho firmato - sostiene il presidente toscano Enrico Rossi - rientra nelle mie prerogative e risolve una situazione di confusione che si sarebbe determinata alla Asl di Massa e Carrara a seguito dell’ordinanza del Tribunale del lavoro. Tale ordinanza infatti si esprime su un piano civilistico, mentre il mio decreto si esprime su un piano amministrativo in quanto prevede la decadenza a fronte della mancata ottemperanza del dott. Delvino all’obbligo dell’equilibrio di bilancio”.
Il caso. Il dott Delvino aveva rassegnato volontariamente le dimissioni da direttore generale dell’Asl di Massa e Carrara a seguito del disavanzo di esercizio che la Giunta regionale aveva individuato e denunciato. Successivamente lo stesso dott. Delvino ha presentato ricorso al Tribunale del lavoro che si è pronunciato annullando le dimissioni perché viziate nel consenso, in quanto illegittimamente ottenute e ordinando alla Regione l’immediato reintegro nell’incarico di direttore generale. Il dispositivo di reintegro trova tuttavia impedimento a fronte del grave disavanzo nel bilancio 2009, (previsto art. 3 comma 7 del decreto legislativo 502 del ’92 e successive integrazioni). Tale disavanzo costituisce infatti causa di decadenza come richiamato esplicitamente anche dal contratto di lavoro sottoscritto dallo stesso dott. Delvino.
Queste le ragioni per cui il presidente della Regione ha firmato il decreto con cui dichiara il dott. Delvino decaduto per aver occultato il disavanzo di esercizio del bilancio 2009. Sussistono inoltre le condizioni d’urgenza per l’atto suddetto – anch’esse previste dalla legge – tenendo conto del fatto che nel frattempo si sono determinate nuove situazioni di fatto e di diritto, in particolare per l’avvenuta nomina del nuovo direttore generale dell’Asl di Massa e Carrara.
“In merito all’ordinanza – prosegue Enrico Rossi – appare singolare che il Tribunale del lavoro respingendo le eccezioni presentate dalla Regione Toscana abbia equiparato il direttore generale dell’Asl di Massa, il cui rapporto di lavoro è di carattere professionale e contrattuale, ad un qualsiasi rapporto di lavoro dipendente subordinato. Insomma un direttore di Asl è stato trattato dal Tribunale come se fosse un operaio della Eaton”. La Giunta regionale si riserva, infine, di proporre reclamo al Tribunale per la riforma della suddetta ordinanza.