Sì a maggioranza alla proposta di legge che introduce modifiche per l’accreditamento delle strutture e dei servizi alla persona del sistema sociale integrato e alle norme in materia di qualità e sicurezza delle strutture sanitarie, alle procedure e ai requisiti autorizzativi di esercizio e sistemi di accreditamento. L’atto è stato approvato in Aula con i voti favorevoli della maggioranza (Pd e ART.1-Mdp), l’astensione di Sì-Toscana a sinistra e Movimento 5 stelle e i voti contrari di Lega e Fratelli d’Italia. A riferirlo una nota del Consiglio (in
allegato il testo della legge pubblicato sul Bur il 12 maggio)
“Con la nuova normativa – ha spiegato il presidente della commissione Sanità Stefano Scaramelli (Pd) – si prevede che le strutture, sia pubbliche che private, richiedano l’accreditamento alla Regione anziché ai Comuni, con l’obiettivo di uniformare i percorsi di accreditamento sia sanitario che sociale e socio-sanitario, finora nettamente separati, e ricondurli gradualmente ad un unico sistema, a partire dall’offerta dei servizi residenziali e semiresidenziali”.
Già in commissione, erano passati, a maggioranza, sette emendamenti presentati dal presidente Scaramelli, che raccolgono sollecitazioni giunte nel corso delle consultazioni e intervengono, tra l’altro, per prevedere un monitoraggio annuale, da parte della commissione consiliare, sull’attuazione dei requisiti specifici e degli indicatori; sulla composizione del gruppo tecnico di valutazione; sopralluoghi del gruppo tecnico regionale di valutazione per il controllo del possesso dei requisiti delle strutture accreditate.
L’astensione del gruppo Sì-Toscana a sinistra è stata espressa da Paolo Sarti. “Questa proposta di legge era mossa da un buon intento – ha detto il consigliere regionale –, quello di valutare una necessaria riunificazione dei percorsi di accreditamento tra la parte sociale e quella socio-sanitaria. Poi però, si è esautorato sia la commissione consiliare che il Consiglio stesso, accentrando in mano della Giunta il percorso dei requisiti specifici e degli indicatori che coinvolgono anche gli aspetti lavorativi”.
Astensione anche da parte del Movimento 5 Stelle. “Pur apprezzando l’importanza dell’atto che mira a definire criteri omogenei per l’accreditamento – ha detto
Andrea Quartini – riteniamo che si accentri sulla Giunta gran parte del lavoro, rendendo secondario il ruolo di Consiglio e commissione”. “Abbiamo apprezzato – conclude Quartini – il fatto che la Giunta debba relazionare annualmente al Consiglio per le verifiche sul percorso di accreditamento”.