Trattamento in day hospital o, in particolari condizioni, in regime di ricovero ordinario. È quanto prevedono le linee guida relative al percorso assistenziale per la donna che richiede l'interruzione volontaria della gravidanza (Ivg) farmacologica tramite la Ru 486, preadottate dalla Giunta regionale dell'Umbria su proposta dal Governatore Catiuscia Marini.
Le Linee guida, individuate dal Comitato tecnico scientifico, sono il frutto del confronto avviato, a novembre dello scorso anno, con le Società scientifiche, le Associazione degli utenti e gli Organismi di pari opportunità. Saranno sperimentate per un anno e monitorate periodicamente per verificare la necessità di apportare eventuali modifiche al percorso individuato. L’obiettivo è quello di assicurare la presa in carico della donna dal primo al quattoridicesimo giorno garantendo la piena continuità assistenziale.
Critiche all’iniziative sono state espresse dal capogruppo regionale dell’Udc, Sandra Monacelli perché “difformi dalle raccomandazioni indicate dal Ministero della Salute e dai tre pareri del Css. Per questo invita il neo-assessore alla Sanità, Franco Tomassoni “a rileggere e approfondire le linee guida predisposte dalla Giunta”.
Il percorso assistenziale previsto dalle Linee guida stabilisce i criteri di ammissione e di esclusione all’assunzione della RU486, definisce il protocollo farmacologico e il protocollo di assistenza, e contiene specifiche avvertenze per il medico.
Per quanto riguarda il Protocollo di assistenza la procedura di Ivg farmacologica sarà effettuata in day hospital, mentre condizioni cliniche particolari o difficoltà logistiche di accesso alla struttura sanitaria possono prevedere il regime di ricovero ordinario.
Per essere ammessi al trattamento occorrono il certificato per Ivg rilasciato da un medico e firmato dalla donna, il consenso informato per il trattamento medico, preventivamente redatto nelle lingue più diffuse, una gravidanza in utero con datazione ecografica inferiore o uguale a 49 giorni al momento dell’inizio del trattamento.
I criteri di esclusione sono invece legati al sospetto di gravidanza extrauterina o di masse annessiali non precedentemente diagnosticate (fibromi uterini sintomatic), alla presenza di Iud, a grave anemia, allergia a uno dei farmaci, porfiria ereditaria, coagulopatie o trattamento in corso con anticoagulanti, trattamento in corso con corticosteroidi o insufficienza surrenale, altre malattie sistemiche gravi, allattamento al seno, crisi epilettiche, malattie cardio e cerebrovascolari, disturbi intestinali in atto.
Con la visita ambulatoriale, il medico presso l’ambulatorio ospedaliero o, preferibilmente consultoriale, acquisisce il consenso al trattamento dei dati personali per rispettare il diritto alla privacy; esegue o programma l’ecografia per determinare l’età gestazionale ed escludere una gravidanza extrauterina; informa la donna sulle diverse possibili forme di esecuzione dell’Ivg, farmacologica o chirurgica,e, nel caso di scelta dell’Ivg farmacologica, verifica i criteri di inclusione e l’assenza di controindicazioni al trattamento farmacologico, consegna ed illustra la nota informativa; richiede emogruppo ed accertamenti di laboratorio (emocromo, glicemia,creatinine mia, transaminasi, assetto emocoagulativo).
Le linee guida prevedono infine alcune avvertenze per il medico. In caso si osservassero eventuali reazioni avverse durante l’impiego del farmaco queste devono essere segnalate secondo le modalità previste dal programma di farmacovigilanza.