Una sanità sempre più vicina al paziente, dislocata sul territorio, pronta a intervenire a domicilio, ad evitare ai pazienti ricoveri e spostamenti lunghi e ripetuti per raggiungere le strutture ospedaliere. È questa la direzione tracciata per il Ssn. Ma questo tipo di organizzazione prevede punti di erogazione in ambiti territoriali anche piuttosto vasti. Ma come coniugarlo con il nuovo sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti? Alcune proposte sono arrivate dalla Conferenza delle Regioni, che in un documento approvato lo scorso 7 luglio ha evidenziato le principali criticità del sistema Sistri per quanto concerne l’ambito sanitario. “Risulta difficoltoso – osservano le Regioni - associare ad ogni prestazioni una registrazione puntuale a cura dell’operatore sanitario che la esegue. Così i rifiuti occasionalmente prodotti vengono attualmente ricondotti alla struttura centrale limitrofa (Presidio ospedaliero o Distretto), anche perché la quantità di rifiuti potenzialmente infetti è del tutto esigua”. Ma per garantire “la funzionalità e la sopravvivenza stessa del sistema”, secondo la Conferenza delle Regioni occorre che “gli oneri amministrativi vengano ricondotti a livello centrale e ridotti al minimo, in quanto il carico di registrazione determinerebbe tempi elevati e quindi una moltiplicazione delle risorse necessarie per soddisfarlo”.
Quattro, in particolare, le criticità sollevate dalle Regioni: individuazione delle competenze e delle responsabilità dei delegati Sistri, smaltimento dei rifiuti negli ambulatori decentrati e nelle strutture assimilabili, nel caso di assistenza domiciliare, nel caso di emodialisi domiciliare senza l’intervento sanitario. Criticità per le quali la Conferenza delle Regioni individua alcune possibili proposte di soluzioni.
Ecco il documento delle Regioni.