Aprire un tavolo tecnico di confronto sui principali temi che riguardano la sanità, dalle conseguenze della manovra ai problemi contrattuali che investono i professionisti del Ssn. È quanto hanno chiesto i sindacati della sanità alle Regioni nel corso dell’incontro promosso nel pomeriggio di oggi presso la sede della Conferenza dei presidenti. “Abbiamo la necessità –ha spiegato Costantino Troise, segretario nazionale dell’Anaao Assomed - di creare un clima di serenità e di non peggiorare le nostre condizioni lavorative. Vogliamo inoltre che alcune punti della manovra non diventino oggetto di interpretazioni peggiorative da parte delle Regioni, a partire dall’indennità di esclusività fino alla composizione e alla consistenza dei fondi contrattuali e alle disposizioni previste dalla legge 150”, cioè la legge Brunetta.
Una richiesta accolta dal presidente delle Regioni, Vasco Errani, ma ad un patto: che non ci siano più equivoci sul fatto che la gestione della Sanità è di esclusiva competenza delle Regioni. “Concordiamo – ha detto Errani - sulla necessità di aprire un tavolo tecnico che discuta a 360° le problematiche della salute. Anche sulla legge 150 (la legge Brunetta, ndr) stiamo cercando faticosamente di costruire un’intesa che preveda la ridefinizione dei comparti e il superamento di norme che creano solo confusione”. Su questo aspetto Errani ha affermato che, con l’incontro svolto nei giorni scorsi con l’Aran, un primo passo è stato, “sempre che il Governo confermi il suo impegno”, ha aggiunto.
Errani ha però voluto chiarire che la gestione della sanità è di competenza delle Regioni. “Esistono livelli che non spettano al legislatore nazionale, per esempio la legge sul Governo clinico, ma anche quella sulle terapie del dolore. Non possiamo andare avanti con un legislatore che taglia le risorse ma poi legifera in continuazione per indicare dove e come spendere”, ha commentato Errani, che poi ha aggiunto: “Sia anche chiaro che la Conferenza delle Regioni non può entrare nel dettaglio delle procedure delle singole realtà”. Errani ha però ricordato che si possono costruire delle linee guida condivise che indichino dei percorsi da seguire.