In attesa della pubblicazione della prossima delibera sul “governo dell’offerta”, lo scorso sabato 11 marzo all'interno dei corsi promossi da Sifmed e Fimmg Lombardia abbiamo ritenuto indispensabile offrire ai colleghi un’intera giornata di formazione per analizzare con cura i contenuti di questa proposta che ha sollevato un grande interesse negli attori di tutto il Ssn. Non possiamo naturalmente esimerci da una serie di osservazioni su un atto - a nostro avviso - scritto con troppa fretta e con all'interno numerose criticità che, se non rimosse, potranno portare il progetto regionale a un sicuro fallimento.
Di seguito le più importanti criticità da noi rilevate:
Il PAI (piano assistenziale individuale)
Il PAI, atto medico, peraltro previsto dal Piano nazionale della cronicità, deve essere affidato al medico di famiglia che in questo caso è lo specialista della persona, unica figura in grado di fare sintesi tra le diverse proposte diagnostiche e terapeutiche degli specialisti che si occupano dei singoli organi e apparati dei pazienti cronici, anche a media complessità. Solo in casi particolari e di complessità clinica elevata il PAI può essere affidato allo specialista di riferimento (non certo a un generico "Gestore").
La figura del "Gestore"
La figura del "Gestore": non si capisce se si tratti anche di un erogatore o se possa essere considerata un’entità giuridica di nuova costituzione che veda al proprio interno anche un erogatore pubblico o privato accreditato. Siamo in attesa della definizione dei requisiti del “Gestore”, solo successivamente saremo in grado di esprimere una valutazione più approfondita.
Medico di famiglia identificato come possibile "Gestore":
Visti i numerosi compiti organizzativi affidati al “Gestore”, non possiamo pensare che il singolo medico di famiglia abbia la dotazione strumentale (software, personale e centro servizi) indispensabile per svolgere questo ruolo.
Possibili profili di incompatibilità per il medico di famiglia
E’ un rilievo da tenere in grande considerazione: possibili profili di incompatibilità per il medico di famiglia tra le attività previste da questo percorso di gestione della cronicità e quelle previste dalla convenzione vigente, potrebbero portare anche alla perdita della convenzione.
Fiorenzo Corti