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QS Edizioni - giovedì 19 dicembre 2024

Regioni e Asl

Un centro PMA di Rovigo assume due biologhe non obiettrici. Zaia difende la scelta: “Siamo per la vita. Non torniamo indietro” 

immagine 24 febbraio - Il Governatore risponde così all’eco mediatico e alle polemiche sulla notizia che l’Ulss di Rovigo ha selezionato due biologhe per il Centro di Procreazione Assistita dell’Ospedale di Trecenta, precisando che l’obiezione di coscienza avrebbe costituito giusta causa per l’eventuale recesso. Le assunzioni si erano rese necessarie dopo il rifiuto di due biologhe ad eseguire interventi di Pma.
Rovigo come Roma? Dopo il San Camillo anche l’ospedale San Luca di Trecenta della Ulss 18 si trova a dover far fronte all'emergenza obiezione di coscienza. Ma questa volta la legge 194 non c'entra nulla. L'ospedale di Trecenta è infatti un centro dedicato alla procreazione assistita, insignito dei tre bollini rosa come Ospedale amico della donna e del bambino con 200 fecondazioni praticate e 62 bambini nati nel solo 2016. Ma dopo il rifiuto di due biologhe a praticarla, ha dovuto emanare un bando di assunzione ad hoc specificando che l’obiezione costituisce “giusta causa di recesso dell'Azienda in quanto la prestazione lavorativa diverrebbe oggettivamente inesigibile”.

Una notizia riportata a galla dalla stampa locale, forse sulla scia dell’onda mediatica del San Camillo, sulla quale il governatore della Regione del Veneto Luca Zaia ha espresso immediatamente la sua posizione: “Abbiamo fatto la nostra scelta e non torniamo indietro”.

“Siamo per la vita. Questa Regione – ha dichiarato – ha fatto da tempo la scelta di agevolare la procreazione assistita e su questa strada non si torna indietro, al punto che la garantiamo anche alle cinquantenni purché scientificamente dichiarate fertili. Trovo singolare che si obbietti sul concepimento e che addirittura si polemizzi sul fatto che una struttura sanitaria faccia il possibile, rispettando leggi e regole, per garantirlo”.

“Sulla strada per la vita che abbiamo tracciato non torniamo certo indietro – aggiunge Zaia - per praticare una fecondazione servono dei biologi e se si vuol essere assunti per fare quel servizio l’obiezione è un controsenso. Stiamo parlando di un servizio inserito con accordo unanime nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza”.

“Il Centro di Trecenta, con 200 fecondazioni praticate e 62 bambini nati nel solo 2016 – conclude Zaia – è un’eccellenza, come le altre strutture pubbliche operanti in Veneto, e tale rimarrà, garantendo tra l’altro un percorso di assistenza totale, sia dal punto di vista medico che psicologico. Non a caso Trecenta è uno dei pochi ospedali italiani a cui sono stati assegnati tre bollini rosa come Ospedale amico della donna e del bambino”.

24 febbraio 2017
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