"Sono rimasto interdetto da quanto dichiarato dalla ministra Lorenzin alla Camera riguardo al fatto che le procedure oncologiche applicate all'Ospedale Carlo Poma di Mantova sarebbero fuori dalle linee guida nazionali e internazionali, visto che nella relazione che lo stesso Ministero ci ha inviato lo scorso 9 novembre, al termine del sopralluogo effettuato nella struttura ospedaliera mantovana, non compare alcun riferimento alla somministrazione dei farmaci. Tra l'altro, nella sua risposta Lorenzin ha fornito alcune informazioni che risultano essere difformi dalla realtà".
Così in quest'intervista a
Quodiano Sanità, l'assessore al Welfare della Regione Lombardia
Giulio Gallera, ha fatto il punto su quanto dichiarato dalla ministra della Salute,
Beatrice Lorenzin, nel corso del
question time alla Camera dello scorso 8 febbraio con il quale
Alberto Zolezzi (M5S) chiedeva chiarimenti in merito alle procedure oncologiche adottate all'Ospedale Poma di Mantova.
Assessore Gallera, nei giorni scorsi la ministra Lorenzin, rispodendo ad un question time del M5S alla Camera, ha parlato di alcune procedure oncologiche "fuori dalle linee guida nazionali e internazionali" portate avanti presso il Carlo Poma di Mantova. Ieri lei si è detto "stupito" di queste dichiarazioni della ministra, può spiegarci come mai?
Per una serie di ragioni, a cominciare dal fatto che nei mesi scorsi, proprio su questa vicenda, abbiamo effettuato due distinte audit: una interna dell'Asst e una esterna affidata dall'Ats al professor De Braud dell'Istituto Tumori di Milano, dalle quali non erano emerse carenze o procedure inappropriate da parte del reparto di Oncologia. A questo aggiungo che lo stesso Ministero della Salute aveva inviato i suoi ispettori nella strutture mantovana per effettuare delle verifiche.
E cosa è emerso da queste verifiche?
Qui viene il 'bello'. Nella
relazione inviataci dal Ministero della Salute lo scorso 9 novembre non compare mai alcun riferimento alla somministrazione dei farmaci per via 'locoregionale' denunciata successivamente nel question time alla Camera, ma solo alcune raccomandazioni di carattere gestionale per migliorare il clima lavorativo all'interno della struttura.
Quindi lei non aveva modo di sospettare nulla su quanto successivamente emerso?
Assolutamente no. Insomma se non era emersa nessuna anomalia dopo la conclusione di due audit, di cui uno affidato ad un ente terzo, e neanche a seguito della successiva visita da parte degli ispettori dal Ministero della Salute, non vedo perché avrei dovuto allarmarmi sul lavoro svolto al Poma di Mantova.
Quindi, prima del question time, nessuno vi aveva avvisato dal Ministero della Salute su quanto poi dichiarato da Lorenzin in Aula a Montecitorio?
No, nonostante fossero passati ben 3 mesi dall'invio da parte dello stesso dicastero degli esiti dell'ispezione effettuata presso il Poma. Per questo sono rimasto assolutamente interdetto nel leggere quelle dichiarazioni della ministra. Tra l'altro, nella sua risposta Lorenzin ha fornito alcune informazioni che risultano essere difformi dalla realtà. Come ci è stato comunicato dall'azienda ospedaliera, infatti, al Poma di Mantova la terapia 'locoregionale' viene eseguita come trattamento individualizzato e non standardizzato su tumori pancreatici e epatici utilizzando farmaci attivi per via orale e arteriosa. A tutto questo posso anche aggiungere che solo la scorsa settimana, nel corso di una visita a Milano, Lorenzin aveva elogiato proprio l'operato della rete oncologica lombarda parlandone come di un modello virtuoso. Insomma tutto questo oggi sembra assurdo.
Ed ora che succederà?
Noi siamo sereni sull'attività del Poma e continueremo ad agire nel pieno rispetto delle linee guida nazionali ed internazionali come tra l'altro riconosciuto dalle società scientifica oltre che da ben due audit. Mi aspetterei nei giorni prossimi un intervento da parte della ministra nel quale si riconosca pienamente la correttezza del nostro operato.
Giovanni Rodriquez