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QS Edizioni - martedì 26 novembre 2024

Regioni e Asl

Abruzzo. Dirigente Asl faceva attività privata non autorizzata. Danni all’erario per 340mila euro

immagine 16 novembre - Il dirigente avrebbe curato incarichi relativi a progettazioni, collaudi e direzione lavori nell’ambito della ricostruzione post-sisma per conto di soggetti privati. Un’attività professionale extra-istituzionale che, dal 2007 al 2012, sarebbe stata svolta in assenza della prevista autorizzazione da parte della Asl, e poi oltre i limiti stabiliti dalla stessa autorizzazione.
Sequestro conservativo di 340mila euro di compensi percepiti, su disposizione della Corte dei Conti, per un dirigente della ASL 1 Avezzano Sulmona L'Aquila che, secondo le indagini del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, avrebbe svolto, in modo continuativo e non occasionale, attività professionale privata, inizialmente senza la prevista autorizzazione dell’amministrazione di appartenenza e poi in difformità della stessa, dal 2007 al 2015.

Dalle indagini, spiega l’Ansa, “è emerso che il dirigente, sebbene titolare di un incarico a tempo pieno, avrebbe curato incarichi relativi a progettazioni, collaudi e direzione lavori nell'ambito della ricostruzione post-sisma per conto di numerosi soggetti privati. Per diversi anni, emerge dalle indagini della Finanza, l'attività professionale extra-istituzionale sarebbe stata inoltre svolta in assenza della prevista autorizzazione da parte dell'Amministrazione d'appartenenza, richiesta solo nel 2012”.

Le indagini delle fiamme gialle hanno consentito di appurare inoltre che, dopo tale data, “il dipendente pubblico, sebbene autorizzato, ha continuato ad esercitare l'attività extra-istituzionale con regolarità, sistematicità e ripetitività nei confronti di una moltitudine di committenti, non rispettando il limite dell'occasionalità imposto sia dalla normativa di settore che dalla stessa autorizzazione”, è un passaggio della nota della Guardia di Finanza.

Il danno erariale alle finanze pubbliche emerso dagli accertamenti, a causa dei mancati versamenti dei compensi da parte del dipendente pubblico, sarebbe stato di complessivi 335mila euro circa. Segnalato dai finanzieri alla magistratura contabile, è stato quantificato dalla locale Corte dei Conti in 340mila euro (con interessi, rivalutazioni e spese accessorie), valore corrispondente al sequestro conservativo eseguito.
16 novembre 2016
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