“In questo periodo di crisi e calamità naturali che ci colpisce tutti indistintamente, ci aspettavamo la giusta considerazione dello sforzo e lavoro che stanno affrontando gli infermieri nell’assistere i pazienti ricoverati, ma nulla è accaduto. Gli infermieri in alcune Unità Operative di notte sono ancora soli. Oltre a questo disagio, lo stress si acuisce anche per il fatto che le carenze spesso riguardano anche le procedure da attuare in caso di maxi emergenza e di un massiccio piano di evacuazione; perché se esistono, sicuramente gli operatori non ne hanno conoscenza. E’ ingiustificabile che la numerosa dirigenza aziendale sanitaria, dell’Asur Marche e delle aree vaste, in tutti questi anni non si sia preoccupata di risolvere questi problemi”.
A denunciarlo è il Nursind segreteria territoriale di Ancona, che in una lettera indirizzata al Direttore Generale dell’Asur, al Direttore dell’Asur AV2 e al Direttore del Dipartimento delle professioni sanitarie, il sindacato segnala “l’assoluta necessità”, in considerazione dell’emergenza terremoto, di implementare le turnazioni h24, attualmente sono costituite da 1 sola unità, prevedendo la “compresenza minima di 2 operatori sanitari”.
“Nelle Marche – spiega il sindacato in una nota che annuncia la lettera - il terremoto che dalla fine di agosto non ci da tregua e sembra non avere fine, come si può ben comprendere ha considerevolmente aumentato il lavoro di tutti gli operatori sanitari marchigiani. La popolazione della nostra regione, con l’età media tra le più elevate in Italia, in questi giorni richiede una maggior attenzione e sensibilità. La paura e lo stress esacerbano sintomi, aggravano patologie preesistenti e purtroppo favoriscono l’insorgere di nuovi problemi di salute. Gli operatori sanitari stessi, già in sofferenza per la carenza e i carichi di lavoro, ci stanno segnalando di essere allo stremo. Purtroppo le criticità maggiori ci vengono indicate dagli infermieri che prestano assistenza in turnazioni h. 24, in alcune strutture sanitarie dell’Asur Marche area vasta 2. Queste si avvertono specialmente nelle Unità Operative dove nel turno notturno è prevista la presenza di una singola unità infermieristica. La situazione è in questo periodo allarmante, durante il sisma, l’infermiere oltre al proprio stress e paura, deve sostenere quella degli assistiti. Chiaramente, gli stessi pazienti, osservando la ‘solitudine’ dell’operatore non possono essere di certo rassicurati di poter avere adeguati interventi in caso di calamità”.
Il Nursind di Ancora spiega di avere “già più volte ha notificato alla dirigenza aziendale che gli standard minimi di sicurezza nell’assistenza nelle unità operative di degenza, devono essere definiti dalla compresenza di almeno due operatori sanitari. L’assistenza in emergenza per essere sempre garantita all’assistito nelle strutture di ricovero, non può prescindere dalla garanzia di poter intervenire al meglio in ogni turnazione con la dotazione organica minima di due operatori in servizio attivo. Invece le assegnazioni di personale assistenziale infermieristico sono definite da numeri, minutaggi assistenziali, occupazione dei posti letti, che mal si adattano alle necessità di cura e salvaguardia della salute dei cittadini in ogni congiuntura e necessità”.
“Lo stress correlato a queste determinate condizioni lavorative – conclude il sindacato - mettono a repentaglio la salute degli stessi operatori e di conseguenza anche quella delle persone assistiti”.