“Per noi i nuovi Lea possono partire subito, ma ad una condizione: che la commissione nazionale per l’aggiornamento dei Lea istituita nella scorsa Legge di Stabilità (composta da Ministero Salute, Mef, Iss, Agenas, Aifa e Regioni) lavori concretamente e in comune per monitorarne l’applicazione entro il 30 novembre e per valutare se per esempio le risorse (800 mln) sono sufficienti e le stime sono esatte”. Ad affermarlo è il coordinatore degli assessori della commissione Salute delle Regioni,
Antonino Saitta che ci ha anticipato (al termine di una riunione congiunta con la commissione Finanze sullo status dei nuovi Lea dopo il botta e risposta tra il Ministro Lorenzin e il presidente Bonaccini delle scorse settimane) la posizione delle due commissioni che sarà all’ordine del giorno della Conferenza dei presidenti.
Il problema per Saitta è che oggi le Regioni non hanno dati certi e “ci stiamo basando su stime”. E poi c’è la questione delle differenze regionali: “Alcune regioni già garantiscono alcune prestazioni presenti nei nuovi Lea, ma tra esse alcune le erogano in regime ospedaliero e altri in ambulatoriale, e poi ci sono le Regioni che invece non le erogano”.
Il coordinatore chiarisce che le Regioni “hanno l’esigenza di avere dati concreti ed entrare nel merito in modo da poter fare anche delle modifiche in vista del 2017 se dovessero sorgere problemi. Ma in ogni caso alla commissione chiediamo anche di fare una vera e propria operazione di revisione e ordine anche valutando la possibilità di togliere alcune prestazioni”.
E sui tempi per il monitoraggio (30 novembre), che sembrano oggettivamente strettissimi, Saitta fa presente come invece sia “possibile farcela se c’è un lavoro comune. E il nostro impegno è garantito e i nostri tecnici sono attrezzati”.
Luciano Fassari