“Le ditte produttrici – ha affermato l’assessore - stanno progressivamente adeguando i loro prezzi alle indicazioni di Aifa: ad oggi, la gran parte dei farmaci generici è commercializzata al costo stabilito dall’Agenzia Italiana del Farmaco; per un’altra parte, la differenza del prezzo persiste e, se pur contenuta, rimane a carico degli assistiti”. Alcune regioni come
Toscana,
Piemonte e
Lombardia hanno annunciato che copriranno la differenza di prezzo mentre la
Liguria ha dichiarato che non sarà in grado di farlo. Tra tutti i 4.262 farmaci equivalenti disponibili, quelli senza differenza di prezzo a carico del cittadino sono 3.024 (il 71%), quelli con differenza di prezzo sono 1.238 (il 29%). “Per intervenire sui disagi dei cittadini – ha spiegato Lusenti - abbiamo agito su più fronti. Abbiamo dato indicazioni ai medici prescrittori (medici e pediatri di famiglia) di scegliere, tra le diverse alternative terapeutiche esistenti tra i generici, il farmaco con il prezzo senza quota a carico dei cittadini o in mancanza di questo il farmaco generico che ha il prezzo più basso. A questo scopo, abbiamo fornito loro la lista dei farmaci equivalenti con il prezzo e l’eventuale differenza dal prezzo AIFA. Abbiamo poi evidenziato ai farmacisti l’importanza del loro compito di proporre ai cittadini il generico senza quota a carico o comunque con il prezzo più basso. Infine, abbiamo rafforzato il canale della erogazione diretta, cioè la distribuzione da parte delle farmacie delle Aziende sanitarie di farmaci prescritti dagli specialisti ospedalieri per la terapia a domicilio”. “Non ci fermiamo a questo e intendiamo continuare a richiedere ad AIFA e al Governo di farsi carico del problema senza scaricarlo sui cittadini e sulle Regioni. – ha continuato Lusenti - Lo stiamo facendo assieme alle altre Regioni nel tavolo nazionale della farmaceutica. Le ditte produttrici di generici, dal canto loro hanno in corso un confronto con AIFA per trovare un punto di intesa”.