“Dobbiamo essere consapevoli che il digitale oggi deve diventare uno degli elementi essenziali per la comunità, per la sua crescita e per il suo benessere. La strategia sul digitale non deve essere solo per addetti ai lavori: dobbiamo lavorare a un programma complessivo, ovvero a un progetto per il Sistema Paese definendo chiaramente finalità e risorse. Il Governo si è mosso per questo obiettivo, ma ora serve una maggiore integrazione fra tutti gli attori”. Lo ha affermato il Sottogretario di Stato per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione,
Angelo Rughetti, intervenendo al convegno “Competenze e culture digitali a confronto”, che si è tenuto questa mattina a Roma, presso la Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”.
Organizzato dal CSI Piemonte, l’evento ha voluto fare il punto sulla diffusione delle competenze digitali a livello nazionale. “C’è un’intensa produzione di documentazione intorno ai temi dell’Agenda Digitale”, ha spiegato il Presidente del Comitato Tecnico Scientifico del CSI
Giulio Lughi. “Alcuni sono chiaramente individuabili, dalla banda larga alle infrastrutture, dai servizi digitali PA-cittadini all’innovazione digitale per le imprese, altri come le competenze e le culture digitali rischiano di funzionare come termini ombrello, in quanto più complessi e articolati”.
Le classifiche internazionali, inoltre
, posizionano il nostro Paese agli ultimi posti: nelle abilità fondamentali per la partecipazione alla vita e alla crescita civile l’Italia è in coda alle classifiche, come risulta dalle ricerche dell’Ocse Programme of International Assessment of Adult Competencies.
Dai lavori del convegno è emerso che discutere di questi temi non significa solo parlare di digitalizzazione tecnologica. Per superare questi ritardi è necessario distinguere chiaramente i due piani di intervento, quello delle competenze e quello delle culture. Le prime vanno viste come insiemi di saperi che permettono di procedere operativamente, a corto raggio d’azione e su breve durata. Le seconde, invece, vanno viste come capacità articolate di sviluppare le proprie competenze con una visione a largo raggio e di lunga durata, sviluppando scelte strategiche in funzione della complessità della società contemporanea.
“È necessario evitare ogni frammentazione degli interventi”, ha commentato l’Assessore all’Innovazione della Regione Piemonte
Giuseppina De Santis. “Così come l’autostrada del Sole è stata concepita e realizzata nel suo insieme e non a singoli tratti, così anche gli interventi sul digitale devono avere una regia coordinata per avere successo. Il CSI ha storicamente avuto un ruolo importante in questo senso per il territorio piemontese. Oggi stiamo lavorando per creare le condizioni affinché possa continuare a essere un grande player ICT in linea con le attuali esigenze del settore”.