"Se proviamo a sottrarre dal numero dei posti letto assegnati ai privati convenzionati il numero dei posti che vanno a pazienti provenienti da fuori regione, dobbiamo detrarre 120 posti di Neuromed e 40 della Fondazione Giovanni Paolo II. Già solo con questa operazione avremmo abbondantemente ridotto quella percentuale che oggi fa specie vedere così esposta". Lo afferma, secondo quanto riporta l’Ansa, il governatore
Paolo di Laura Frattura, nel corso della conferenza stampa per annunciare le dimissioni per motivi personali del direttore dell'Asrem
Mauro Pirazzoli, parlando del confronto in atto con i parlamentari
Ruta e
Leva sui Piani Operativi della Sanità (il senatore e il deputato del Pd chiedono meno posti letto ai privati e di più al pubblico).
"Numeri alla mano - ha proseguito Frattura - sto provando a spiegare che
non c'è questa sovraesposizione del privato convenzionato rispetto al pubblico. Mi auguro che si definisca una condivisione tenendo presente che l'obiettivo primario è quello di passare dalla fase di programmazione a quella di realizzazione delle misure strutturali perché l'ospedale unico di Campobasso, che è un obiettivo condiviso, possa essere realizzato in tempi brevissimi, così come pure la riconversione in ospedali di comunità per i due ospedali minori possa essere attuata entro il 30 giugno. L 'ospedale di area disagiata di Agnone deve concretamente diventare punto di riferimento per Molise e Abruzzo e soprattutto devono subito partire le misure importanti per la medicina sul territorio fino ad arrivare alle cure domiciliari".
Il presidente infine ha rivendicato la responsabilità delle scelte conclusive: "Sono convinto che una intesa si troverà, tenendo presente che alla fine la responsabilità della scelta è in capo ad una sola persona che non intende delegare la responsabilità. L'eventuale fallimento di questo commissario inevitabilmente significherebbe la nomina di un commissario esterno che per me forse, politicamente, sarebbe una salvezza, ma che significherebbe consegnare la responsabilità della riorganizzazione a chi la affronterebbe con una diversa sensibilità”.