In Piemonte oggi i laboratori analisi della rete ospedaliera sono 38, ogni ospedale ne ha uno, con un significativo volume di prestazioni, circa 79 milioni di analisi all'anno: nessuno chiuderà, ma la Regione Piemonte ha approvato la riorganizzazione di questa rete con una delibera di programmazione - adottata dalla Giunta Chiamparino nella seduta di lunedì 23 novembre - che avrà attuazione nel corso del 2016 e che è finalizzata a migliorare l’efficacia diagnostica, l’appropriatezza nei servizi e l’efficienza economica.
"Ci apprestiamo a fare anche in Piemonte quanto da anni è già stato fatto in altre Regioni, tra tutte Toscana ed Emilia Romagna, con rilevanti risparmi di gestione. La riorganizzazione non significa in alcun modo cambiamento dei servizi per i cittadini, i centri di prelievo saranno tutti mantenuti nel numero e nella dislocazione attuale così come ogni laboratorio” spiega l’assessore regionale alla Sanità
Antonio Saitta.
“In conformità con il riordino della rete ospedaliera piemontese - ha spiegato l'assessore -, riorganizziamo la rete dei laboratori concentrando negli ospedali Hub con il DEA di II° livello gli esami ad elevata automazione e le analisi complesse. È bene che la diagnostica specialistica sia concentrata negli ospedali in cui sono presenti la maggior parte delle specialità cliniche: solamente con un elevato numero di analisi è possibile ottenere condizioni economiche favorevoli e realizzare una vera economia di scala in un sistema che ci costa circa 250 milioni di euro l'anno. La razionalizzazione porterà al Piemonte un risparmio del 20-30% prevalentemente in relazione alle forniture - conclude Saitta per il quale - questa riorganizzazione ci consentirà di liberare risorse da investire nel miglioramento dei nostri servizi, senza che nulla cambi per i cittadini”.
Il progetto prevede che la rete dei laboratori analisi ad alta automazione da realizzare in Piemonte nel corso del 2016 abbia tre sedi a Torino ovvero Città della Salute (che sarà l'unico centro regionale per gli esami rari), San Giovanni Bosco e Mauriziano (in questo ultimo caso in sinergia con il San Luigi che manterrà le sue specificità collegate alle analisi per le emoglobinopatie) e poi altre tre sedi nelle aziende ospedaliere di Cuneo, Alessandria e Novara (negli ultimi due casi compatibilmente con gli spazi disponibili ed in sinergia con Novi Ligure e Biella); infine una sede nell’Asl di Asti che sarà Hub anche per la Asl CN2.
Claudio Risso