L’iter del Ddl. Il disegno di legge così approvato passerà ora al vaglio della commissione regionale per poi approdare in consiglio per l’approvazione definitiva. Una volta approvato dall’assemblea legislativa, l’agenzia regionale per la sanità avrà l’incarico di preparare l’istruttoria, da presentare al Ministero della salute entro 60 giorni, per la richiesta di riconoscimento di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Il nuovo assetto della struttura scatterà nel momento in cui il Ministero riconoscerà il carattere di IRCCS, fino ad allora restano i due soggetti, con le proprie prerogative.
Negli emendamenti alla legge
(
vedi allegato) approvati quest’oggi è stata ribadita l’autonomia giuridica, gestionale e patrimoniale dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico e i suoi obiettivi di cura e ricerca. “Abbiamo definito – spiega l’assessore alla salute, Claudio Montaldo – un unico soggetto che comprende San Martino e Ist, che avrà la natura giuridica di IRCCS, la cui attività di ricerca, ex legge 288, sarà dedicata all’emato-oncologia e si triplicherà, sia per quanto riguarda i posti letto, sia per l’attività vera e propria”. Cinque gli organi gestionali previsti del Centro regionale San Martino – Ist: il consiglio di indirizzo e verifica, il direttore generale, il direttore scientifico, il collegio sindacale e il collegio di direzione. Il direttore generale sarà nominato dalla Giunta regionale, d’intesa con il rettore dell’Università e sentito il Ministro della salute; il direttore scientifico, a cui compete la responsabilità della ricerca, sarà nominato dal Ministro della salute, sentito il presidente della Giunta regionale. “Sulla base della nuova gestione – aggiunge l’assessore alla salute – è previsto un unico direttore scientifico e un unico direttore generale. A questo punto gli ultimi aggiustamenti apportati alla legge fugano ogni dubbio sull’arrivo dei finanziamenti destinati alla ricerca che restano una prerogativa del nuovo centro oncologico regionale e che ci auguriamo possano aumentare”. Per quanto riguarda i precari l’assessore alla salute ha precisato che “non cambia nulla, in quanto va avanti il piano di stabilizzazione e potrà diventare operativo una volta condiviso dal Ministero sulla base delle risorse disponibili e dei posti in organico”.