L’intervento chirurgico di rimozione delle tonsille deve essere eseguito con un ricovero del paziente per 24 ore, con “pernottamento” in ospedale. La trasformazione in regime ambulatoriale di questo tipo di operazione rischia di esporre a gravi rischi i pazienti ed è in contrasto con le linee guida nazionali e internazionali che i clinici devono rispettare. E’ l’allarme lanciato Sio (Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale) in una lettera inviata oggi al Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, per contestare l’attuazione del decreto della Regione (DGR 1202 del 18/06/2014), con cui gli interventi di tonsillectomia in età adulta e pediatrica vengono inclusi fra quelli in regime ambulatoriale.
“Si tratta di una decisione molto grave – spiega
Giuseppe Spriano, Presidente Sio - La complicanza più temibile della tonsillectomia è rappresentata dalla emorragia precoce. Per questo l’ospedalizzazione per 24 ore è irrinunciabile”.
Ogni anno oltre 50.000 italiani, tra cui molti bambini, si sottopongono a questo tipo di intervento. “L’obbligatorietà ad attenersi a tale disposizione – si legge nella lettera di diffida – configurerebbe la responsabilità della Regione per tutte le complicanze che dovessero verificarsi nei pazienti operati sottoposti a tale intervento in un regime che non prevede il pernottamento”. Non solo. “Le disposizioni prima richiamate – continua la SIO nella lettera di diffida – espongono a gravi azioni di responsabilità i medici e incidono sulla loro autonomia decisionale. Inoltre si osserva come le decisioni, assunte dai medici, rispondono a criteri tecnici sui quali è inopportuno e illegittimo incidere”.
Per questo la Sio chiede la modifica del decreto in linea con le raccomandazioni contenute nelle linee guida nazionali e internazionali. “Le tonsille – continua Spriano – sono le nostre ‘sentinelle’, poste alla porta di ingresso del corpo. Durante la stagione fredda sono costrette agli straordinari. Anche se sembrano piccole, presentano un’ampia superficie perché hanno insenature per aumentare il contatto con gli anticorpi”.
“Sono principalmente due i casi in cui dobbiamo intervenire chirurgicamente – conclude Spriano - Se una persona soffre di sindrome dell’apnea ostruttiva, e non riesce a respirare di notte, l’asportazione delle tonsille (e adenoidi) rappresenta la rimozione dell’ostacolo. Il secondo motivo è costituito dalle tonsilliti ricorrenti. Quando un paziente si ammala cinque o più volte l’anno le tonsille diventano inutili o addirittura dannose perché possono essere un focolaio infettivo. L’intervento deve essere eseguito in anestesia generale con un ricovero di una notte. Il dolore post-operatorio provoca nella maggioranza dei pazienti difficoltà a mangiare. La classica dieta è il gelato perché freddo, morbido e nutriente. Nelle settimane successive i sintomi tendono a diminuire ed è possibile tornare a condurre una vita normale”.