Il 31 dicembre 2010 è stato presentato il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro il Decreto n. 80/2010 della Regione Lazio: il piano di riordino sanitario che prevede, tra l’altro, la soppressione dei 77 posti di degenza dell’ospedale “Padre Pio”. Un provvedimento promosso dal Comune di Bracciano, attraverso l’avvocato Michele Damiani, cui hanno aderito anche i comuni di Anguillara Sabazia, Canale Monterano, Cerveteri, Ladispoli, Manziana e Trevignano Romano.
Ad informare dell’iniziativa è una nota del Comune di Bracciano, in cui si spiega che “l’attuazione di quanto previsto nel Decreto 80, con la conversione dell’ospedale braccianese in un punto di primo intervento, priverebbe l’intera area della Tuscia Romana di una struttura ospedaliera di riferimento che oggi serve una popolazione di oltre 170mila persone. Proprio negli ultimi giorni dell’anno i medici del “Padre Pio” hanno affrontato e risolto con successo due emergenze - le conseguenze di un parto difficile avvenuto prima dell’arrivo al nosocomio e un grave incidente stradale - salvando delle vite umane. Ci sarebbe stato un esito altrettanto positivo se gli effetti del Decreto 80 fossero già stati operativi e i pazienti avessero dovuto spostarsi fino a raggiungere gli altri ospedali di riferimento indicati dal nuovo Piano sanitario, come il Sant’Andrea, l’Aurelia Hospital, o il San Paolo di Civitavecchia?”.
Quello appena citato è, secondo il Comune di Bracciano, “l’ennesimo esempio” dell’importanza per la cittadinanza di poter contare su un ospedale vicino, attrezzato e con personale competente.
“La decisione di ricorrere al Tar - spiega il sindaco, Giuliano Sala - costituisce un gesto di responsabilità verso la cittadinanza nell’ottica della tutela del diritto alla salute del nostro territorio. Non a caso anche gli altri Comuni della zona sono voluti scendere in campo per tutelare un presidio sanitario essenziale per l’intera area sabatina e per il litorale. Una scelta che apprezziamo molto e che siamo certi costituirà un elemento importante per il sostegno alle nostre ragioni contro quanto previsto dal Decreto 80”.
“Non si può - continua il sindaco - privare di un ospedale un’area come la nostra che registra uno dei più alti tassi d’incremento demografico e, nello stesso tempo, il più basso rapporto del Lazio tra posti letto e abitanti. Con l’approvazione del Decreto 80, infatti, nella Macroarea 4, che comprende anche la Asl RmF, il rapporto di posti letto ogni mille abitanti è pari allo 0,4 contro una media regionale di 3,5. Se si deve intervenire - osserva Sala - occorre quindi farlo in aree, soprattutto della Capitale, in cui questo rapporto è assolutamente sproporzionato. Per questo - conclude il Sindaco - abbiamo promosso il ricorso al tar con l’obiettivo di fermare l’attuazione del Piano sanitario regionale che, allo stato attuale, risulta inaccettabile per il nostro territorio”.