Ne Lazio sono state avviate le procedure per la definizione delle nuove linee guida per la stesura degli atti aziendali delle aziende sanitarie e
l’Anaao, per bocca del nuovo segretario regionale
Guido Coen Tirelli, esprime “forti perplessità per il rischio che tali Linee ripercorrano ed anzi aggravino la pesante condizione di crisi in cui versano le strutture sanitarie ospedaliere e territoriali del Lazio”. Le riserve sono contenute in una
lettera aperta inviata al governatore
Nicola Zingaretti, al sub commissario
Renato Botti, al direttore generale Salute
Flori Degrassi, al consiglio regionale, ai componenti della Commissione Sanità e ai direttori generali di Asl, Aziende ospedaliere e Policlinici.
Secondo Coen Tirelli “se è vero che le esigenze del Piano di Rientro dal debito e gli indirizzi del tavolo tecnico nazionale costituiscono un vincolo non superabile, anche in termini quantitativi, che comporta pesanti riduzioni e ridimensionamenti della strutture direttamente dedicate all’assistenza ai cittadini, non è assolutamente accettabile che ciò avvenga a sole spese delle strutture a direzione medica, mentre addirittura vengono fatte proliferare le strutture di tipo amministrativo e tecnico, ovvero di coordinamento di aree di personale del comparto, facendo man bassa di Unità Operative Complesse e Semplici, perseguendo una logica a dir poco aberrante, come se le più sofisticate e diffuse funzioni amministrative e tecniche, accanto a dirigenti di mero coordinamento di personale, fossero largamente più necessarie di quelle a conduzione medica, direttamente preposte alla prevenzione, diagnosi e cura”.
L’Anaao auspica quindi che quanto ventilato non corrisponda al vero e “che invece la regione stia definendo un provvedimento di Linee Guida che, pur nel rigore richiesto dagli standard imposti dal livello nazionale, tuteli in primo luogo, anzi esclusivamente, le strutture preposte direttamente all’assistenza ai cittadini”. E conferma, infine, di non condividere inoltre ipotesi tendenti a rendere obbligatorio il modello per intensità di cure negli ospedali, “a fronte della dimostrazione dell’inefficacia dello stesso verificata nelle altre Regioni ed a livello internazionale. Tale modello va rivisto e riorientato recuperandone gli aspetti positivi e superando quelli che si sono mostrati inefficaci”.