toggle menu
QS Edizioni - mercoledì 27 novembre 2024

Regioni e Asl

Veneto. Zaia: “Entro giugno pagheremo tutti i debiti ai fornitori”

immagine 13 giugno - La regione, riferisce il suo presidente Zaia, ha firmato con il ministero dell'Economia e 
Finanze il contratto che permetterà di pagare i debiti pregressi delle Ulss venete. Si tratta di 810 milioni che saranno accreditati alle Aziende sanitarie entro giugno,
 per essere immediatamente utilizzati per pagare i debiti verso i
 fornitori.
“I fondi della seconda tranche per i l
pagamenti dei debiti pregressi delle nostre Ulss, pari a 810 
milioni, saranno accreditati alle Aziende sanitarie entro giugno,
per essere immediatamente utilizzati per pagare i debiti verso i
 fornitori. Abbiamo firmato con il ministero dell'Economia e 
Finanze il necessario contratto, rispettando gli impegni che
 avevamo preso con i fornitori”.
 
Ad annunciarlo lo stesso presidente della 
Regione Veneto, Luca Zaia, dopo che il direttore generale dell'Area 
Sanità e Sociale, Domenico Mantoan, ha materialmente siglato il
 documento al Mef. Questi soldi, aggiunge il governatore, si vanno ad aggiungere ai 777 milioni
già erogati, per un totale quindi di 1 miliardo 587 milioni.

 
“I fondi della seconda tranche per i l
pagamenti dei debiti pregressi delle nostre Ulss saranno accreditati alle Aziende sanitarie entro giugno,
 per essere immediatamente utilizzati per pagare i debiti verso i
fornitori”. In questo modo per Zaia, la regione, rispetta “gli impegni che
 avevamo preso con i fornitori”.
 
“La soddisfazione per aver risposto alle sacrosante necessità dei
 nostri imprenditori e fornitori è grande - conclude il
 Governatore - ma grande è anche l'amarezza di aver dovuto subire 
il diktat di uno Stato sempre più banca e sempre meno vicino ai 
suoi cittadini, che ci ha costretto a contrarre di fatto un mutuo 
a titolo oneroso, dopo aver bloccato in tesoreria centrale soldi
 veri del Veneto e dei Veneti grazie alla tagliola del Patto di
 Stabilità. Con quei soldi avremmo pagato tutti senza chiedere un 
euro a Roma, e invece siamo stati costretti a contrarre un debito.
 Ormai Roma con una mano ti blocca quello che hai e con l'altra ti
prende tutto ciò che può. Così non può andare avanti”.
13 giugno 2014
© QS Edizioni - Riproduzione riservata