La bufera sulla sanità campana non conosce fine. Ora anche la magistratura vuole vederci chiaro e comprendere come sia stato possibile aprire una così ampia voragine nei bilanci delle Asl napoletane. La notizia è riportata dal quotidiano il Mattino. Le accuse ipotizzate dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Graziella Arlomede sono gravi: associazione per delinquere, truffa e usura. Secondo i primi passi dell’inchiesta, decisive sono state le testimonianze di Achille Coppola e Maria Grazia Falciatore, commissario ed ex commissario dell’Asl Napoli 1, l’azienda più grande e indebitata. Le ipotesi sono quelle di aver gonfiato le spese, effettuato false fatturazioni, di aver consentito ad aziende convenzionate di incassare denaro per prestazioni e ricoveri mai effettuati. Intanto i creditori privati avanzano le loro legittime pretese di rimborso (1,5 mld è il debito che ha la Regione) ma la riunione del 13 dicembre si è conclusa con un nulla di fatto. Anzi, una novità c’è e l’hanno ribadita i rappresentanti della sanità privata campana: “Se la Regione non paga non firmeremo i contratti di accreditamento e potremmo proporre un’azione contro la Regione”. A mandare all’aria il tavolo di confronto, come riferito dalle associazioni, la comunicazione da parte della Regione di procedere “ai pagamenti di tre mensilità, ma soltanto alla fine del mese di gennaio, ai creditori dell'Asl Napoli 1 centro, mentre ai centri che fanno riferimento ad altre due Asl sarebbe saldata una sola mensilità”. Per il presidente regionale dell’Aiop, Sergio Crispino ciò è inaccettabile anche perché le aziende hanno bisogno di liquidi per pagare stipendi e tredicesime. “C'é - ha spiegato il rappresentante Aiop - un piano di rientro per i debiti della sanità con un piano strutturale accanto al quale deve esserci un piano finanziario che però noi non conosciamo e, dunque, la Regione deve dirci come intende andare a regime e come pensa di far fronte ai crediti che continuano ad aumentare''.
15 dicembre 2010
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