Botta e risposta tra la Regione Piemonte e il Sumai-Assoprof regionale. Il Sindacato con una nota aveva denunciato il taglio sulla specialistica ambulatoriale (riduzione del’8% fino al 2015 per un totale di 6,5mln di euro. Prontamente sono arrivate le precisazioni della Regione affidate alla Direzione regionale Sanità.
“Il Programma Operativo del Piano di rientro – si legge nella nota - concordato con i competenti Ministeri prevede tra l’altro un insieme di manovre strutturali che, in continuità con quanto già intrapreso, mirano a consolidare il cambiamento del sistema sanitario regionale e a promuoverne lo sviluppo con interventi finalizzati al miglioramento della capacità di governo e controllo.
In queste manovre rientrano la riorganizzazione della rete ospedaliera (anche in applicazione della legge della spendine review), quella dell’attività specialistica ambulatoriale, lo sviluppo ed il potenziamento dell’assistenza territoriale, attraverso l’incremento del numero di pazienti trattati in Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), l’attivazione di una rete di strutture di continuità assistenzialea valenza sanitaria, derivante dagli interventi di razionalizzazione sulla rete ospedaliera nonché l’avvio della realizzazione dei Centri di Assistenza Primaria (CAP).
E’ ovvio che una riorganizzazione come quella prevista dal Programma Operativo impone anche la revisione complessiva del rapporto con gli erogatori privati e una ridefinizione delle dotazioni organiche e delle risorse umane operanti in ciascuna azienda sanitaria regionale, in modo da renderle coerenti con il riordino della rete ospedaliera e con il “Piano di assistenza territoriale” .
La riduzione del fabbisogno di ricoveri ospedalieri, sia nel pubblico che nel privato, ha permesso e permette di liberare risorse che possono essere dedicate all’assistenza specialistica ambulatoriale (che comprende tutte le prestazioni, finalizzate alla prevenzione, alla diagnosi, alla cura e alla riabilitazione, erogate dai medici specialisti che operano negli ambulatori e nei laboratori del Servizio sanitario nazionale: le visite, la diagnostica strumentale- RX, TAC, Ecografia, ECG-, le analisi di laboratorio, le prestazioni terapeutiche, inclusi alcuni interventi chirurgici, la riabilitazione e altro) sempre con oneri a carico del Servizio sanitario regionale.
Questo trasferimento di attività dal ricovero all’ambulatoriale è stato fatto nel pubblico e nei contratti con gli erogatori privati. Inoltre, dal 2013 tutte le strutture pubbliche o private che operano con onere a carico del SSR devono applicare il nuovo tariffario ministeriale che prevede una riduzione media del valore delle prestazioni di circa il 18% rendendo sempre più problematico l’equilibrio tra il valore di produzione e il costo dei medici specialisti convenzionati aderenti al sindacato Sumai-Assoprof.
La riduzione delle tariffe pagate dal SSR ha indotto anche il privato ad abbassare il costo delle prestazioni ambulatoriali in regime privatistico allineandole, in molti casi, all’incirca alla quota di partecipazione (ticket) che i cittadini non esenti devono pagare.
E’ ovvio che la riduzione delle tariffe delle prestazioni ambulatoriali (con conseguente riduzione del FSN) e quindi, a quantità invariate, del valore della produzione deve indurre anche la pubblica amministrazione ad utilizzare al meglio le risorse disponibili e a privilegiare quelle che permettono maggior flessibilità.
In quest’ottica, la programmata riduzione nel triennio del costo dei medici specialisti ambulatoriali convenzionati dell’8% è in linea con le previste riduzioni dei costi delle consulenze e degli altri contratti atipici e non comporta alcuna risoluzione anticipata dei contratti in essere, risultando del tutto congruente con gli obiettivi della spending review che prevedono una riduzione della spesa ad invarianza dei servizi erogati.
Infine, è opportuno ricordare che in Piemonte il numero di prestazioni di specialistica ambulatoriale è percentualmente più elevato rispetto alla media delle altre regioni italiane.”