Tensione stamane al Centro educazione motoria di via Ramazzini a Roma, con i precari della Croce Rossa che hanno occupato i locali della struttura. Nell’edificio vengono ricoverati i bambini disabili. Al centro della polemica le lettere di licenziamento inviate dalla Cri ai lavoratori legate al fatto che la gestione sarebbe dovuta passare in carico alla Asl Roma D, così come previsto dagli accordi firmati tra Zingaretti e i vertici Cri ma, a tutt'oggi, questi accordi non sono stati ancora rispettati.
Duro l’attacco sul fronte sindacale. “
La Fp Cgil Roma Centro Ovest Litoranea – sottolinea una nota - stigmatizza il comportamento dei dirigenti della Cri che invece di rassicurare i lavoratori mette in atto iniziative che alimentano un clima già incandescente a causa delle mancate risposte da parte della Regione Lazio e della Cri, mettendo cosi a serio rischio anche l'assistenza ai pazienti affetti da gravissime patologie. Chiediamo un immediato intervento da parte della Regione Lazio per dare risposte certe ai lavoratori”.
E non si è fatto attendere
l’intervento della Pisana che, tramite una nota, invita “la Cri e la dottoressa Paccapelo a ritirare oggi stesso le lettere di licenziamento inviate al personale del Cem di via Ramazzini, perché generano soltanto tensioni tra i lavoratori, i pazienti e le loro famiglie”. La Regione, assicura, “come sanno le organizzazioni sindacali, è impegnata nell’attuazione del protocollo sottoscritto per dare una soluzione definitiva ai problemi del Cem e nello stesso tempo a fornire risposte esaurienti alle osservazioni avanzate dal tavolo tecnico ministeriale, in particolar modo sul personale precario. Stiamo lavorando insieme alla Asl per presentare una dettagliata relazione al sub-commissario e nei prossimi giorni sarà convocato un tavolo congiunto con la Cri per definire i passaggi ulteriori. In questa fase del percorso dunque non ha senso alcuno creare tensioni, poiché condizione essenziale per risolvere il problema è – conclude la nota - avere via libera dai ministeri affiancanti”.