Valorizzare le competenze professionali femminili in campo sanitario, creando le condizioni affinché una donna possa ricoprire ruoli di prestigio, solitamente riservati alla categoria maschile. È stato questo l’obiettivo con il quale si è aperto il convegno annuale dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Napoli dal titolo “Professione medica al femminile: punti di forza e criticità”.
Durante i lavori del Convegno è stato analizzato il contesto del mondo del lavoro femminile nella professione medica, con la collaborazione di altri rappresentanti degli Ordini di avvocati, ingegneri, architetti, giornalisti, commercialisti, biologi. Punto di partenza della discussione: la considerazione numerica che ci sono in giro più medici donne che uomini.
“Le donne vogliono far carriera, quindi si deve pensare al femminile. Dobbiamo metterci in gioco e cambiare le regole, - ha affermato in una nota
Giannamaria Vallefuoco, membro della commissione Pari Opportunità - chi l’ha detto che bisogna lavorare 15 ore al giorno per mostrare di meritare soddisfazioni professionali. Di sicuro le donne devono ambire al meglio e non, come fanno molte, rinunciare alle aspirazioni per non perdere di vista la cura della famiglia”. Per Vallefuoco puntando sulla capacità femminile di lavorare in un’équipe, “si possono compiere passi in avanti in settori come chirurgia e urologia che vedono al momento protagonisti solo gli uomini”.
Per fotografare in numeri la realtà attuale delle donne all’interno del Ssn, basterebbe citare i dati presentati da
Maria Triassi, dottoressa di Igiene del policlinico Federico II: “In Italia non c’è un presidente dell’Ordine dei medici che sia donna e, malgrado ci siano più laureate che laureati in medicina, solo il
17% delle donne occupa posti importanti nel Ssn”.
I motivi di queste basse percentuali? Secondo il
segretario nazionale della Fimmg Silvestro Scotti, le donne trovano ostacoli nel settore medico poiché s’imbattono “in percorsi strutturati dagli uomini per gli uomini, in risposta a input maschili, mentre il Ssn si sta femminilizzando compatibilmente con le esigenze di vita della donna”.