La proposta di legge disciplina la riorganizzazione del sistema regionale di emergenza urgenza, attivo su tutto il territorio regionale dall'aprile 1997, e fino ad oggi esercitato, per la parte inerente al trasporto, sulla base di un Accordo quadro regionale, prorogato in via straordinaria fino al 31 dicembre 2010, stipulato tra Regione Toscana, aziende sanitarie, organismi federativi del volontariato e Comitato regionale della Croce Rossa. Sulla base di questo accordo, il servizio di trasporto sanitario viene svolto dalle associazioni di volontariato e dai comitati della CRI attraverso convenzioni con le aziende sanitarie.
Nel 2003 la Commissione Europea aveva promosso un ricorso contro la Repubblica Italiana in relazione all'accordo quadro toscano, e la Corte di Giustizia europea ha ritenuto il modello toscano fondato sull'accordo quadro regionale in contrasto con la direttiva CEE che coordina le procedure di aggiudicazione degli appalti di pubblici servizi.
Con questa proposta di legge, la Toscana intende superare i rilievi sollevati a livello europeo, riconoscendo il ruolo delle associazioni di volontariato (MIsericordie e Pubbliche Assistenze) e della CRI come parti integranti del sistema di emergenza urgenza territoriale, in considerazione della loro capillare diffusione territoriale e del loro radicamento nel tessuto socio-sanitario toscano.
"Il volontariato è una risorsa fondamentale per la sanità toscana - è il commento dell'assessore Daniela Scaramuccia - E il sistema dell'emergenza non potrebbe funzionare senza l'apporto indispensabile dei volontari. La proposta di legge che abbiamo approvato in giunta riconosce a pieno titolo il ruolo svolto dalle associazioni per lo svolgimento dell'attività di trasporto sanitario di emergenza urgenza territoriale, che ha permesso al sistema di raggiungere gli attuali livelli di efficacia ed efficienza nel settore dell'emergenza urgenza. E riorganizza questo sistema, con l'obiettivo di migliorarlo ancora".
La proposta di legge, ora all'esame del Consiglio Regionale, prevede: l'istituzione di un apposito elenco regionale dei soggetti che possono esercitare l'attività di trasporto sanitario; l'istituzione di una Conferenza regionale permanente con funzioni di indirizzo, coordinamento e verifica; l'istituzione di un Comitato di coordinamento in ogni azienda; la definizione di un sistema budgetario e tariffario strutturato sulla base della tipologia di attività e del relativo fabbisogno sanitario, tenuto conto delle caratteristiche della popolazione assistita, dell'ambito territoriale di riferimento e degli indici di correzione previsti per i comuni montani e per i comuni disagiati.
Il sistema di emergenza urgenza territoriale toscano si avvale di circa 450 sedi messe a disposizione da Misericordie, Pubbliche Assistenze e CRI. Il territorio regionale è interamente coperto, anche nelle zone montane più disagiate, e può contare su una postazione di emergenza sanitaria territoriale ogni 22.000 abitanti: una capillarità che non ha riscontri nel contesto nazionale.