Le Regioni dicono finalmente la loro sullo schema di
decreto legislativo del Governo in materia di autonomia impositiva e costi standard sanitari. E lo fanno con 11 cartelle fitte di dubbi e proposte di emendamenti che saranno consegnate oggi al Governo.
Le modifiche principali richieste riguardano la cancellazione del limite cinque/tre delle Regioni benchmark e di tutta la procedura di selezione che coinvolgeva il Ministero dell’Economia e quello della Salute. Per i Governatori il benchmark dei costi standard va fatto su tutte le regioni che hanno garantito l’erogazione dei Lea in condizioni di equilibrio economico. Inoltre, nell’individuazione delle regioni modello, dovrà comunque essere garantita la presenza di almeno una regione per ogni area geografica del Paese (Nord, Centro, Sud) e il fatto che il complesso delle regioni selezionate rappresenti almeno 1/3 della popolazione italiana.
Altro punto nodale quello del fabbisogno finanziario e dell’individuazione dell’ammontare delle risorse per la sanità. Le Regioni pretendono che resti materia di intesa e che l’ammontare delle risorse sia comunque coerente con il fabbisogno derivante dalla determinazione dei Lea.
Per le Regioni, infatti, la determinazione del fondo non potrà essere conseguenza di una opzione “esogena” esclusivamente dipendente dal quadro macroeconomico, ma deve restare materia di intesa Stato Regioni, come è attualmente con il Patto per la Salute.
Nel documento le Regioni lamentano inoltre una serie di inadempienze del decreto rispetto agli impegni presi dal Governo. A partire dalla mancata quantificazione degli effetti del decreto, al rinvio ad altro provvedimento della definizione di Lea e Lep e della farraginosità nei processi di costruzione del fondo perequativo.