Tra due giorni ci sarà una nuova Conferenza delle Regioni su federalismo fiscale e costi standard sanitari. Due temi che stanno assorbendo tutta l’attenzione degli osservatori, visto anche il peso politico che l’approvazione del decreto riveste per gli equilibri interni alla maggioranza con la Lega decisa a portare a casa il “pacchetto” federalista in ogni caso.
Ma c’è un altro tema nell’agenda del contenzioso Governo-Regioni, sollevato nell’ultima Conferenza delle Regioni del 28 ottobre, che ancora non ha trovato riscontro da parte del Governo.
Si tratta della querelle su 9 miliardi destinati all’edilizia sanitaria e che, secondo una nota diffusa dalla Conferenza delle Regioni, sarebbero di fatto congelati a seguito della manovra economica di luglio, recepita nel ddl di stabilità in discussione proprio in questi giorni e sul quale si attende il maxiemendamento di Tremonti.
Secondo le Regioni, infatti, dei 24 miliardi totali destinati al fondo per l’edilizia sanitaria dalla finanziaria 2010, quasi 9 miliardi sono ancora da impegnare in attesa degli appositi programmi di investimento sui quali le Regioni stavano lavorando.
Con la manovra di luglio, però, è stato stabilito che, per perfezionare gli Accordi di Programma e impegnare i 9 miliardi di euro residui, deve essere valutata l’incidenza delle suddette disposizioni sul capitolo di bilancio n. 7464, sul quale vengono impegnate le risorse dell’art. 20. Quindi, ad oggi, prosegue la nota delle Regioni, gli importi previsti negli Accordi di Programma già predisposti dalle Regioni (di cui alcuni già valutati dal Nucleo di Valutazione del Ministero della Salute) sono congelati.
A sua volta il citato decreto legislativo ha sospeso a tempo indeterminato anche i Nuclei di Valutazione, sospendendo di fatto tutta l’attività istruttoria degli Accordi.
Le previsioni, assunte in via informale, sottolineano ancora le Regioni, danno un’ipotesi di circa 200-300 milioni di euro in competenza per gli esercizi 2011 e 2012 a fronte di progetti già esaminati favorevolmente dal Nucleo di Valutazione per circa 600 mln di euro. Di fatto ciò equivale a sospendere l’attività di progettazione con un ritardo dei prossimi interventi di almeno 5 anni.
Sempre da informazioni informali, la cassa per l’anno 2011 è prevista in circa 75 mln di euro e per il 2012 in circa 300 mln di euro. I pagamenti medi di cassa effettuati dal 2007 al 2010 da parte del Ministero dell’Economia, a livello nazionale, variano tra i 600 e i 650 mln di euro annui. Ciò equivale a prevedere una probabile sospensione dei cantieri in corso nella primavera prossima, tenuto conto che molte opere sono nella fase massima di realizzazione.
La mancanza di risorse, sia di competenza che di cassa, delinea la necessità di sospendere l’applicazione delle normative che sono alla base dei processi autorizzativi all’uso delle strutture ospedaliere e, tra queste, le nuove norme fondamentali relative alla sicurezza antincendio e alla sicurezza sismica. Altresì, conclude la nota delle regioni, vi è la necessità di considerare l’applicazione delle suddette normative anche per la parte manutentiva che verrebbe realizzata in strutture che comunque non potranno rispondere a quei requisiti minimi definiti dalla norma.