“Un fatto di grande rilevanza”. Con queste parole
Egidio Archero, Presidente di FAND-Associazione Italiana Diabetici, l’organizzazione che raggruppa in Italia 102 associazioni di volontariato per la tutela dei diritti delle persone con diabete, commenta l’esito dell’incontro svolto a Vibo Valentia lo scorso fine settimana, che ha riunito le associazioni fra persone e genitori di bambini e ragazzi con diabete attive in Calabria.
“Ben 16 delle 18 Associazioni calabresi, superando decenni di distanza, diffidenza, e anche giusto orgoglio delle proprie radici purtroppo negli anni trasformatosi in inappropriato disinteresse per ciò che fanno gli altri, si sono incontrate per trovare una strada comune di collaborazione e lavoro”, dice
Gabriella Violi, Consigliere di Presidenza FAND.
“Negli scorsi mesi la Regione Calabria ha recepito il piano nazionale per la malattia diabetica, licenziato dal Ministero della Salute a fine 2012 - prosegue
M. Antonella Ferraro, Coordinatore FAND Calabria -; ci è sembrato giusto, nell’interesse delle oltre 140.000 persone con diabete residenti nella nostra regione, cercare finalmente un fronte comune di collaborazione, tra di noi e con le autorità regionali, per affrontare un problema sanitario che vede la Calabria al secondo posto tra le regioni con la maggior percentuale di persone con diabete (7,2%, dopo l’Abruzzo con 7,4%, secondo ISTAT). Insieme a Gabriella Violi abbiamo pertanto invitato tutte le associazioni a un incontro e l’invito è stato accettato con entusiasmo”.
Il prossimo passo sarà un incontro in programma a Catanzaro il 22 novembre, “dal quale dovrebbe scaturire una bozza di statuto di un possibile Coordinamento che sarà valutato dalle associazioni. Insomma, se tutto va bene entro Natale le 18 associazioni della Calabria faranno un bel regalo ai loro soci e in fondo a tutti i cittadini calabresi. La Calabria sarebbe infatti l'unica regione del Sud Italia ad essersi dotata di un Coordinamento tra le associazioni di persone con diabete, come già accade in Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Lazio,” conclude Violi.
“Il Piano nazionale per la malattia diabetica – afferma in conclusione Archero - mette al centro del sistema assistenziale la persona, ma soprattutto vuole sollecitare le persone con diabete e le loro associazioni a farsi carico in prima persona del compito di favorire il buon andamento di questo sistema. Da questo punto di vista, dopo i passi compiuti dalle Istituzioni locali da un lato e dalle associazioni dall’altro, possiamo certamente dire che la Regione Calabria rappresenta un esempio virtuoso da seguire”.