Pietro Bardoscia, dirigente regionale di Ugl Sanità del Lazio nonché consigliere nazionale Ugl Sanità e membro del Collegio dei Revisori dei Conti della stessa Federazione, ha deciso di lasciare i suoi incarichi per aderire alla Uil Fpl di Roma.
Non lo ha fatto in silenzio, ma divulgando un comunicato stampa. “A mio modesto avviso – si legge nel comunicato – l’eventuale appiattimento di questa o di quella Organizzazione sindacale su situazioni ideologiche o di potere non è tollerabile in senso generale tantomeno auspicabile ai fini della tutela dei lavoratori”.
Nell’intervista a
Quotidiano Sanità, Bardoscia conferma questo disagio e le preoccupazioni per quello che potrebbe avvenire nei prossimi mesi: “Spero di sbagliarmi, ma temo che il Piano sanitario del Lazio produrrà molte procedure di mobilità, soprattutto nella sanità privata. E allora vedremo se l’Ugl protesterà come ha fatto lo scorso anno”. Ovvero quando nel Lazio c’era una giunta di centro sinistra.
Insomma, Bardoscia, lei contesta la politica della Polverini?
Non è questo il punto. Piuttosto credo che un sindacato debba difendere gli interessi dei lavoratori in modo coerente, sempre senza timori.
E, a suo parere, l’Ugl non si è comportata in questo modo?
In questi mesi si sono avuti troppi timori nel pronunciarsi. Se si andava contro le scelte della Polverini c’era la paura di essere strumentalizzati; se si sosteneva Polverini, c’era la paura di essere giudicati troppo di parte. Questo ha prodotto staticità e anche incoerenza.
Perché parla di incoerenza?
Perché fino ad aprile scorso l’Ugl ha difeso con molta forza i lavoratori messi in mobilità dalle scelte della giunta precedente, come al San Raffaele, a Villa Fulvia. Adesso non si sente più la sua voce.
Ugl Sanità nel Lazio ha rappresentanza soprattutto nell’ospedalità privata. Questo avrà conseguenze?
Spero di sbagliarmi, ma temo che il Piano sanitario del Lazio produrrà molte procedure di mobilità, soprattutto nella sanità privata. E allora vedremo se l’Ugl protesterà come ha fatto lo scorso anno.
E.A.