Chiudono gli ospedali, mancano i posti letto e diminuiscono i soldi per potersi curare. Questo il quadro a tinte fosche emerso da uno studio condotto dalla Uil Lazio in collaborazione con l’istituto Eures, ricerche economiche e sociali. Nel 2012 la spesa media mensile sanitaria per la famiglie del Lazio si è attestata a 88,36 euro, il valore più basso registrato dal 2008 ad oggi. Nel 2010, infatti, la stessa spesa mensile era pari a 104,18 euro. Cifra che nel 2011 scendeva a 95,96 euro, con un’inflessione pari al 6% tra il 2009 e il 2011. Secondo lo studio, quindi, a fronte di un andamento invariato nelle altre regioni italiane, dal 2008 a oggi nel Lazio si registra una progressiva flessione, che nel 2012 è pari al -7,9% rispetto al 2011 (-9,8% al netto dell’inflazione). Contrazione che raggiunge il 15,2% se si considera il triennio 2010–2012.
A tutto questo deve inoltre aggiungersi una riduzione delle strutture ospedaliere che, tra il 2008 e il 2012, sono diminuite del 7,5% ( - 7,7% pubbliche, - 7,2% private). Un dato in controtendenza rispetto alle regioni del Nord dove sono invece aumentate del 13,9%. Gli stessi posti letto nel Lazio hanno subito un forte calo: 15,7% (-10,7% nelle strutture pubbliche; -28,4% in quelle accreditate), con un taglio del 5,7% del personale medico e del 5% di quello infermieristico.
“I dati confermano - ha commentato il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio,
Pierpaolo Bombardieri - che i cittadini, fortemente provati da questa crisi, stanno tagliando purtroppo anche le spese di primaria importanza, come la sanità. Rimettendoci in salute e abolendo completamente controlli e prevenzione, che dovrebbero essere alla base di un Paese civile”.