Il Patto per la salute? “È importante ma iniziamo col dire che non è la panacea. È un anno che è scaduto” e siamo ancora qui. A parlare è l’assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna
Carlo Lusenti che sabato a Ravenna nel corso di una tavola rotonda sulle prospettive del Servizio sanitario nazionale organizzata dall’Ordine dei medici ha anche affrontato la delicata questione del Patto.
“Le Regioni si siederanno solo quando avranno la certezza di quante risorse ci saranno sul tavolo”. Ma il riferimento non si perde nell’aria. È chiaro: “La copertura dei 2 miliardi di ticket dev’essere ufficializzata nella Legge di Stabilità. Perché senza certezze non vedo perché le Regioni si debbano sedere al Tavolo. Non bastano le dichiarazioni del Ministro della Salute”.
Ma a parte la stretta attualità legata al Patto Lusenti nel suo intervento ha subito fatto capire come “parlare di sanità cercando sempre di semplificare sia un male per il sistema”. E poi in riferimento al titolo V e alle critiche sull’estrema frammentazione del Ssn “Certo – ha detto – c’è un problema di esigibilità del diritto alla Salute. Ma non per questo si può pensare di tornare indietro (più centralismo) in modo ‘tout court’. Io la programmazione del Ssr dell’Emilia Romagna non vorrei che fosse fatta a Lungotevere a Ripa o tantomeno a via XX settembre. La mia autonomia, che vuol dire anche responsabilità, me la tengo stretta”. Le autonomie, quindi, per Lusenti non sono assolutamente da buttare. “È chiaro però – specifica l’assessore – che dopo dieci anni bisogna mettere mano al sistema. Ma all’interno di un ragionamento più ampio che deve partire da un’idea (che non c’è) di riforma dello Stato”. E per fare ciò “serve una politica alta” che affronti una discussione sul futuro del Ssn: “Basta con la demagogia che porta a dire che la sanità è un lusso, anche perché non è vero. Rimettiamo, con serietà, al centro dell’agenda il tema della Salute, altrimenti il populismo ci ucciderà”.