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QS Edizioni - martedì 26 novembre 2024

Regioni e Asl

Roma. L’allarme dell’Anaao: “Il San Camillo Forlanini è allo stremo. Sfiducia a Morrone”

immagine 31 maggio - Per il sindacato l’ospedale non è più in grado di sostenere la missione che gli compete. Aumentata la mortalità in P.s., prolungata la permanenza sulle barelle, gravi carenze nella dotazione organica e abuso di precariato. Schiavo: “Il Dg negli ultimi due anni è stato incapace di formulare proposte gestionali o assistenziali e ha subito passivamente i tagli lineari”.
L’Anaao Assomed lancia l’allarme San Camillo. E in una nota riporta le criticità più rilevanti che stanno colpendo l’ospedale:
 
-Preoccupante aumento della mortalità in Pronto Soccorso tra i pazienti in codice verde, i meno critici: 3 decessi nel 2005, 30 nel 2011, 57 nel 2012. Nel primo trimestre 2013 i decessi sono stati già 16. L’Anaao Assomed ha già segnalato nel luglio 2011 e nel novembre 2012 questo dato alla Direzione generale: nessuna risposta.
 
-Prolungata permanenza in barella, nella mortificante attesa di un posto letto. Nel 2011 hanno stazionato per più di 48 ore 1181 pazienti, che sono diventati 1588 nel 2012 e sono già 420 nel primo trimestre 2013.
 
-Necessità quotidiana di allestire posti letto in soprannumero nei corridoi dei reparti.
 
-Gravi carenze nella dotazione organica di infermieri, medici, tecnici. In reparti come la neurochirurgia e la neuroradiologia interventistica l’attività programmata, anche per patologie di rilievo, è ferma da mesi e vengono eseguite solo le procedure in urgenza.
 
-Abuso del ricorso al precariato con il conferimento di contratti atipici per avere a basso prezzo mano d’opera qualificata da utilizzare per l’assistenza, in violazione delle norme vigenti.
 
-Aumento dei costi di gestione: il costo medio di un dimesso è passato da 5800 euro nel 2005 a 9400 euro nel 2011, ultimo bilancio pubblicato. Effetto paradossale ma prevedibile di una politica di tagli non accompagnata da processi di riorganizzazione.
 
“Il Direttore Generale Aldo Morrone – specifica il segretario aziendale Anaao-Assomed, Bruno Schiavo -  negli ultimi due anni è stato incapace di formulare proposte gestionali o assistenziali e ha subito passivamente i tagli lineari imposti dalla politica nazionale e regionale. Per questo la Segreteria e il Consiglio aziendale Anaao-Assomed del San Camillo Forlanini dichiarano la propria sfiducia nei suoi confronti”.
 
“Dal febbraio 2012 – prosegue Schiavo - , momento di grande attenzione mediatica per gli ospedali romani, nulla è stato fatto. Nel Pronto soccorso i protagonisti del sovraffollamento sono pazienti critici, anziani e con più patologie, mai con patologie minori. Persone che avrebbero diritto ad un posto letto, ad un comodino e alla disponibilità di servizi igienici vengono invece assistite e curate per giorni e giorni su di una barella in assoluta, intollerabile promiscuità. Senza distinzione di sesso, uomini e donne a distanza di pochi centimetri l’uno dall’altro. Una totale mancanza di attenzione alla dignità della persona, alla sicurezza delle cure, alla professionalità di chi li assiste”.
 
 
“In tutti i reparti – specifica il segretario aziendale Anaao - le gravi carenze d’organico e di posti letto sono state finora fronteggiate solo grazie alla grande disponibilità e professionalità del personale che con spirito di appartenenza non ha gettato la spugna: l’autogestione è il modello organizzativo che finora ha impedito il naufragio. Ma il disagio è intollerabile e numerosi Primari hanno già dichiarato che non c’è più garanzia per la qualità e la sicurezza dell’assistenza”.
 
“È evidente – conclude - che questa Direzione purtroppo non ha e non ha mai avuto le capacità e l’autorevolezza per programmare, per decidere, per confrontarsi con la Regione, per sostenere il ruolo del San Camillo Forlanini, luogo di assistenza e non di propaganda, e le giuste richieste dei cittadini e di chi lavora nell’ospedale.  I medici del San Camillo Forlanini, che credono nella sanità pubblica, non intendono assistere passivamente a questo tracollo, chiedono attenzione e rispetto per chi è ricoverato e per chi lavora nell’ospedale gridando lo slogan della grande manifestazione nazionale del 27/10/2012: Diritto alla cura, diritto a curare”.
31 maggio 2013
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